Deulofeu si racconta, dal Milan al Maradona: “Il meglio deve ancora venire”

L’attaccante dell’Udinese descrive al quotidiano spagnolo AS il suo straordinario momento: “Ho sofferto tanto per arrivare a questo livello”.

Gerard Deulofeu sta vivendo senza dubbio la migliore stagione della sua carriera. L’attaccante ha battuto il suo record di gol stagionali in un campionato top (12) e, secondo l’intelligenza artificiale di Olocip, è il miglior calciatore della Serie A davanti a Perisic e Berardi. Lo spagnolo ha raccontato il suo gran momento in una lunga intervista concessa al quotidiano spagnolo AS:

Gerard, come va in Italia? “Benissimo, qui sono molto felice”.

Deulofeu
Deulofeu Udinese e Milan (Lapresse)

Cosa significa per te aver raggiunto e superato il tuo record di gol in campionato?

“Mi dice che devo dare peso a quello che sto facendo. Ho sofferto tanto nella mia carriera per giungere a questo punto. La cosa migliore è dare un senso a dove mi trovo e a quello che mi sta accadendo, godendomi ogni momento che mi sta regalando il calcio, dopo due anni molto duri”.

C’è un gol in particolare che porti nel cuore di questi 12?

“Anche se abbiamo perso, quello che ho segnato al Maradona. Sono stato il primo numero 10 a segnare in quello stadio da quando si chiama così. Ed è stato un bel gol”.

Deulofeu Udinese
Deulofeu Udinese (Lapresse)

Possiamo affermare che è  la migliore stagione della tua carriera, vero?

“Sì, e so perché. Prima ero molto irregolare, ora sono in un momento della mia vita nel quale tutto ciò che faccio ha un senso. Quando mi succede qualcosa, ci ho già lavorato in precedenza, riesco a prevederlo. Famiglia, predisposizione mentale, sacrificio fisico, squadra: funziona tutto, e questo fa la differenza.

Anche nella parentesi al Milan riuscisti a mostrare un ottimo livello. “Il rendimento fu simile, ma l’organizzazione del mio lavoro non era al livello attuale. Oggi capisco il gioco come mai prima d’ora, e so cosa mi chiede la squadra. Per questo ho trovato continuità”.

Il lavoro con mister Cioffi ti ha aiutato…

“Mi ha aiutato tanto dal punto di vista motivazionale: ci fa scendere in campo come leoni, ha un dono da questo punto di vista. Mi dà un paio di indicazioni per la fase difensiva, ma poi mi concede enorme libertà in attacco, che è dove devo dimostrare il mio valore. Mi muovo in tutte le zone, cercando quelle nelle quali la squadra rivale è meno equilibrata”.

Di Natale, De Paul, ora tu: i 10, nell’Udinese, fanno benissimo.

“La perfetta organizzazione del club è un enorme aiuto. Le sue strutture sono incredibili ed è uno dei pochi club che ha uno stadio nuovo in Italia. Ha lanciato decine di campioni negli ultimi anni”.

Secondo i dati di Olocip, sei il miglior giocatore della Serie A. Ti aspettavi un livello così alto dopo gli infortuni?

“Sì, ho grande fiducia in me e spero sempre di essere un calciatore speciale. È un dato molto bello, visto che si riferisce alla creazione di gioco e all’apporto di valore alla squadra. Mi piace, vado pazzo per le statistiche.

Come hai gestito il tuo grave infortunio al ginocchio?

“Mentalità, ambiente, organizzazione. Bisogna rientrare poco a poco. L’anno scorso è stato di transizione, mi hanno dovuto operare nuovamente e da allora tutto è migliorato. Ho imparato tanto.

Parliamo di Serie A. Domenica scorsa siete stati vicini a fermare l’Inter.

“L’errore è stato subire due reti a inizio gara. La reazione è stata buona, ma poi segnare due reti alla migliore difesa d’Italia è difficile”.

Come vedi la lotta per lo scudetto?

Desidero che vinca il Milan, ovviamente. Sono un loro tifoso. Hanno un piccolo vantaggio, ma non possono sbagliare più perché credo che l’Inter vincerà in tutte le tre giornate che restano”.

È vero che il calcio non è più difensivo come prima? “Il catenaccio c’è ancora in una situazione: quando una squadra ha il risultato a favore. Anche la stessa Inter, in quel caso, sistema due linee terribili in difesa, e trovare spazi è difficilissimo. Al di là di questo, il campionato è cambiato totalmente. C’è più spazio, si vedono più ribaltamenti di fronte e questo mi ha aiutato.

Non c’è, però, l’intensità della Premier. 

“La Premier ne ha di più, è ciò che le chiede la gente, ma ti dico una cosa: tatticamente è molto più disorganizzata. Ci sono enormi mancanze di equilibrio, le difese sono molto meno organizzate rispetto a qui”.

L’Italia non parteciperà al Mondiale e i suoi club continuano a raccogliere pessimi risultati internazionali. Come te lo spieghi?

“Beh, la mancata qualificazione al Mondiale è stata una disgrazia, ma pochissimo tempo fa l’Italia si è coronata campione d’Europa e questo non si può sottovalutare. È un calcio in crescita: tra quattro, cinque anni, sarà a un livello più alto. Juve, Inter e Milan faranno passi avanti in Europa, e attenti a Napoli, Roma, Atalanta, Fiorentina…  Dall’interno, mi danno tutti ottime sensazioni”.

Segui ancora la Liga? “Certo. Il Real è stato ampiamente superiore, ma soltanto perché il Barcellona è in una fase di transizione. I tifosi azulgrana devono avere pazienza, perché per loro si avvicina un futuro incredibile. Hanno giovani con un livello… Li vedo che hanno 18, 20 anni e mi sembra una follia”.

Pedri e Gavi ti hanno impressionato. “Sono due fenomeni. Alla loro età ero al Barcellona e so quanto sia difficile restare così concentrati, avere quell’equilibrio che io allora non ebbi. Bisogna dare continuità e pazienza al lavoro di Xavi.

Daresti loro un consiglio?

“Posso solo dir loro di continuare così. Io non ebbi la mentalità e l’ambiente adeguato ad affrontare quel periodo che ho vissuto così giovane. Loro sì, e si vede. Servono pazienza, sacrificio e continuare a divertirsi e imparare. Con Xavi, Busquets e Jordi Alba possono imparare tanto”.

Come hai visto il tuo amico De Paul nell’Atletico?

“È un fenomeno, un calciatore incredibile. Lì gioca in una posizione diversa, leggermente più arretrata. Vive un processo di adattamento, credo che non hanno ancora visto il vero De Paul. Ma lo vedranno.

Luis Enrique ti conosce bene. Pensi alla Nazionale?

“È la massima aspirazione e il massimo orgoglio per un calciatore, ma so che è difficile. Devo restare concentrato nel far bene con l’Udinese e se dovrà succedere, succederà”.

Il tuo nome è già stato accostato a grandi club della Serie A… “Al momento, sono solo indiscrezioni. Ammetto che mi piacerebbe fare un passo avanti, ma ogni cosa ha il suo processo e io, all’Udinese, sono felicissimo. Ciò di cui sono certo è che ho 28 anni e il meglio della mia carriera deve ancora venire.