Milan, Maldini spiega cosa è mancato con Berlusconi

Il direttore tecnico del Milan Maldini ha riservato una frecciata a Berlusconi e spiegato il perché i calciatori sognino i rossoneri

Paolo Maldini si è raccontato in una lunga intervista a “So foot”. Ha naturalmente parlato del suo Milan. “Nella stagione 2011-2012 c’è stato un profondo cambio generazionali, tanti calciatori storici sono andati via perché hanno chiuso la loro carriera e se ne sono andati. Ritengo che si debba anticipare il futuro con un profondo cambio altrimenti diventa difficile raggiungere grandi risultati sportivi. Si pensava che chi sarebbe entrato potesse tenere in alto il Milan ma non è così semplice. Devi pianificare costantemente. La campagna acquisti costosa si è interrotta nello spazio di 18 mesi”.

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Milan Maldini Berlusconi
Maldini e Massara (GettyImages)

Maldini, la frecciata a Berlusconi: “Con lui e il proprietario cinese al Milan ci è mancata stabilità”

L’ex difensore rossonero ha analizzato ciò che ha portato il Milan ad abbassare gli standard vissuti tra gli anni Novanta e il primo decennio del 2000: “Un club diventa grande attraverso la stabilità. Non solo della dirigenza ma anche della squadra. Nell’ultimo periodo di Berlusconi e nell’anno e mezzo della proprietà cinese questo non c’è stato”.

Maldini ha atteso il momento opportuno prima di tornare nel mondo e nella squadra che per tanti anni lo hanno visto come una delle star principali del panorama mondiale. “Il Milan è sempre stata la mia passione. Sapevo che sarei voluto tornare per essere un attore protagonista e non una figurina. Volevo recitare un ruolo, anche per rispetto del mio passato all’interno di questo club”.

Con lui la media età dunque si è abbassata per ripetere i successi del passato: “Ora siamo la squadra più giovane d’Italia e una tra le più giovani in Europa. Abbiamo tracciato la strada. L’esperienza è naturalmente necessaria, serve dare delle guide esperte ai ragazzi”.

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Infine, la sua popolarità ha influito sul buon esito di alcune operazione. E anche il glamour esercitato dai rossoneri sta tornando di moda: “Sono un ex calciatore rispettato e vincente. Il Milan non si qualifica in Champions da otto anni ma quando chiama i giocatori cominciano a sognare. Siamo uno dei tre club più vincenti al mondo, non dobbiamo mai ignorarlo”.