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Portieri italiani: da Scuffet a Bardi, da Leali a Meret e Sportiello: quante enormi difficoltà

Scritto da
Riccardo Vaccaro

PORTIERI ITALIANI- Abbiamo avuto sempre una grande tradizione per quel che riguarda il ruolo del portiere. Tradizione italiana, innata, costante e di grande livello. Inutile citare gli storici portieri azzurri, da Zoff ad Albertosi, da Zenga a Pagliuca. Portieri che hanno scritto la storia dei rispettivi club, ma anche della nostra Nazionale. Inutile citare anche Buffon, ogni aggettivo sarebbe superfluo.

CALCIO ANNI ’90

Ciò che lascia basiti è che, negli ultimi anni, la nostra tradizione dei portieri sembrerebbe essersi arenata. Tanti nomi, tanti fuochi di paglia. Cos’è cambiato negli ultimi 15-20 anni? Pensiamo al calcio italiano degli anni ’90: Peruzzi difendeva la porta della Juventus, Pagliuca quella dell’Inter, Toldo quella della Fiorentina, Marchegiani quella della Lazio, e un giovane Buffon quella del Parma. Questi sono solo esempi. Analizzando la situazione a circa 20 di distanza, possiamo notare come il ruolo del portiere non goda più di grande qualità.

Tante le giovani promesse degli ultimi anni, tanti i flop clamorosi. Partendo da Scuffet, il quale, dopo il mancato trasferimento all’Atletico Madrid, sembrerebbe essersi perso totalmente. Stesso discorso per Bardi, definito più volte il portiere del futuro azzurro, ma mai esploso definitivamente. Stiamo parlando di giocatori giovani, pronti a rimettersi in discussione, certo, ma la sensazione è che qualcosa non funzioni benissimo. Stesso discorso per Leali, definitivo più volte l’erede di Buffon, attualmente in prestito al Perugia dopo un vagabondare tra Belgio e Grecia.

Infine tante difficoltà anche per quel che riguarda il giovane Meret, attualmente in forza alla SPAL, ma di proprietà dell’Udinese. Grosse problematiche anche per Sportiello, promosso titolare da Pioli, ma spesso vittima di grossi svarioni tecnici.

Forse questa mancanza di “qualità e personalità” nei nostri nuovi portieri può essere figlia di nuovi allenamenti e di poca fiducia da parte delle rispettive società e allenatori. Forse si, forse no. Ciò che fa strano è che esistono ottimi portieri, come quelli sopracitati, ma manca sempre e costantemente il salto di qualità. Manca il passaggio da “ottime promesse” a “certezze assolute”. Forse sarebbe più opportuno dare fiducia ai nostri giovani fin da subito evitando la trafila di prestiti di anno in anno. Questo potrebbe far perdere fiducia nel giocatore, il quale potrebbe sentirsi sempre messo in discussione.

Ora come ora, inutile girarci intorno, resta il solo Donnarumma. Forse l’unico a rappresentare un barlume di speranza in vista del futuro azzurro. Chiedetevi perchè Buffon continua a rappresentare le nostre certezze a 40 anni. Riflettiamo.

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