La cessione di Lukaku appare ormai certa, eppure con tre cessioni l’addio del belga potrebbe non essere necessario
Il dato sembra ormai tratto: Romelu Lukaku ha già comunicato ad allenatori e compagni la sua intenzione di lasciare l’Inter ed accettare la corte del Chelsea. Ora serve l’ultimo passo, quello di Abramovich: il club londinese deve presentare l’offerta da 130 milioni di euro che Zhang accetterà, poi sarà addio. Un addio tanto improvviso, quanto pesante, che mette in crisi le certezze nerazzurre e apre scenari di polemiche infinite. I tifosi hanno già fatto trapelare il loro malcontento con uno striscione in cui si chiede alla società di mantenere le promesse.
Inzaghi non può certo essere contento ed anche Ausilio e Marotta non hanno per niente gradito la decisione della proprietà. Perché se, come appare probabile, cessione sarà, la scelta sarà tutta di Suning. Del resto i dirigenti erano convinti di poter rispettare i parametri imposti da Pechino (positivo di 80 milioni sul mercato e taglio dei costi del 15-20%) senza un secondo grande sacrificio dopo Hakimi.
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Come si legge sulla ‘Gazzetta dello Sport’, l’idea di Marotta era di completare l’opera iniziata con Hakimi attraverso cessioni minori. Due, quella di Joao Mario al Benfica e Dalbert al Cagliari non hanno portato soldi nelle casse nerazzurre, ma altre potrebbero farlo: ad esempio Lazaro, corteggiato anche in Germania, senza dimenticare Nainggolan.
Poi c’è il capitolo che riguarda Vidal e Sanchez che pesano per circa 13 milioni sul bilancio con i loro ricchi ingaggi. L’area sportiva è convinta che sostituirli richiederebbe un investimento importante dal punto di vista economico, ma certo messi davanti alla scelta tra loro e Lukaku, non ci sarebbero dubbi. Però il dado è ormai tratto o quasi: Lukaku verso il Chelsea e l’Inter dello Scudetto si appresta a perdere il suo totem.
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