In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ il presidente Uefa Ceferin ha parlato della Superlega e del suo rapporto con la Juventus e Agnelli
Sull’Uefa è tornato il fantasma della Superlega, progetto rilanciato negli scorsi giorni a Londra da Andrea Agnelli. Il presidente della Juventus resta tra i principali fautori dell’idea. In Inghilterra, intervenendo a un convegno, ha anticipato alcune novità rispetto all’idea originaria. Da valutare ora quali saranno gli sviluppi.
Aleksander Ceferin, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ ha mostrato la sua totale insofferenza per questa nuova spinta di alcuni club verso una competizione parallela. La sua risposta in merito è stata abbastanza stizzita. Il presidente dell’Uefa ha riservato pure una frecciata ad Andrea Agnelli, con il quale evidentemente esiste una profonda frattura, forse insanabile.
A proposito della possibilità di intraprendere sanzioni nei confronti delle big europee coinvolte nella ‘operazione Superlega‘, Ceferin ha spiegato al ‘Corriere della Sera’ la sua opinione: “Sarà una decisione simbolica. Se dovessero stabilire che la Uefa è un monopolio, i tre club si facciano pure la loro Uefa e giochino le loro competizioni. Perché vogliono stare qui e là? Il là non esiste, è un luogo metafisico. E finiamola di chiamarla Superlega è la Terrible League“.
E su Agnelli e la Juventus: “Uefa e Juve sono due istituzioni e avranno sempre rapporti corretti. Su quella persona invece non voglio più dire una parola, fa parte del passato”.
Ha anche affrontato il tema degli stadi, in Italia ormai vecchi e fatiscenti, in merito alla possibilità del nostro paese di ospitare gli Europei: “2028 o 2032? Ha delle chance ma deve investire. Da tanti anni non si rifanno gli stadi. Non ci sono impianti nuovi e quei pochi rifatti sono piccoli. Anche San Siro sarà rimpicciolito. Deve essere coinvolto il governo. Il problema in Italia è rappresentato dalla burocrazia”.
Infine, una battuta pure sul calciomercato: “Stavamo parlando di togliere la finestra di gennaio ma poi la pandemia ha bloccato tutto. Ora c’è la guerra per cui il discorso riprenderà soltanto più avanti”.
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