Duro colpo per Infantino: a pochi mesi dai Mondiali, il presidente della Fifa dovrà fronteggiare ancora una situazione molto imbarazzante
Il countdown verso il Mondiale è già scattato. L’edizione in Qatar si disputerà tra novembre e dicembre e questo comporterà anche la sospensione della Serie A in quel periodo tuttavia non ci sarà l’Italia di Roberto Mancini, che dopo aver mancato la qualificazione mediante gli spareggi playoff ha chiuso definitivamente anche con l’illusione di essere ripescata.
Per il presidente della Fifa Gianni Infantino, però, la corsa verso l’edizione della Coppa del Mondo più discussa di sempre comincia con una grossa grana. Una grana da varie centinaia di milioni di euro. Non sicuramente il modo per proiettarsi in tranquillità verso l’appuntamento più atteso.
Tra le organizzazioni umanitarie che si sono fatte portavoce della lettera aperta al presidente della Fifa Gianni Infantino vi sono anche associazioni del calibro di Amnesty International e Human Rights Watch. A queste, come ha spiegato ‘la Repubblica’ si aggiunge anche Football Supporters Europe, organizzazione di tifosi.
La richiesta è dello stesso importo del montepremi per la Coppa del Mondo ed è stata avanzata per rimediare agli abusi e alle violazioni dei diritti perpetrati in Qatar.
Amnesty International è convinta dell’azione poiché risarcirebbe le famiglie dei migranti morti durante la realizzazione dei progetti infrastrutturali previsti per la disputazione del Mondiale in Qatar, a partire dal 2010. Il programma, nelle intenzioni dell’organizzazione umanitaria, dovrebbe essere finanziato pure dal governo locale per garantire futuri abusi.
“Il calcio d’inizio del primo Mondiale che si terrà in Medio Oriente – scrive Amnesty – dovrebbe essere un momento di gioia e orgoglio per gli amanti del calcio di tutto il mondo. Il torneo però non potrà essere veramente celebrato fino a quando tutti i lavoratori non saranno risarciti”. Secondo i rapporti di Amnesty International, in Qatar vivono circa due milioni di lavoratori migranti, provenienti soprattutto da Bangladesh, Nepal e India.
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