Anche in questo secondo turno di coppe europee le squadre italiane hanno confermato parecchie perplessità: la crisi non è ancora terminata
La Primavera del calcio italiano tarda ad arrivare. Non solo la Nazionale, incapace di raggiungere la fase finale dei Mondiali per due edizioni filate. Il problema è generale, forse culturale perché mentre negli altri Paesi lo sport si è evoluto, in Italia non si è ancora compiuto lo stesso processo di rivoluzione globale. Lo specchio della crisi nera è rappresentato dalle figuracce rimediate in Europa. L’exploit compiuto in Conference League pochi mesi fa dalla Roma, peraltro maltrattata dal Bodo Glimt, non basta da sola per oscurare le difficoltà.
Il trend tutt’altro che entusiasmante è stato confermato dalle prime due giornate di calcio europeo. L’Italia non è uscita benissimo dalle prime quattordici partite disputate. La speranza è che la tendenza possa cambiare. Nel frattempo, la magra figura compiuta dalla Lazio contro i danesi del Midtjylland è soltanto l’ultima in ordine di tempo.
Che sia Champions, Europa League o Conference la sostanza cambia poco: le italiane sono in evidente difficoltà. E stentano pure con le piccole squadre. Inutile nascondersi dietro un dito perché fino a questo momento le rappresentanti del nostro calcio non hanno perso soltanto contro PSG, Bayern Monaco e Benfica. Il calcio italiano è andato ko pure con Midtjylland, Ludogorets, Istanbul Basaksehir, Rigas. Queste ultime sembrano sufficienti ad evitare di cadere nella tentazione di ridurre il problema soltanto all’assenza di campioni in Serie A.
Più della metà dei bocconi amari si sono registrati con compagini di un’Europa di Serie C. Blasone scarso e ranking modesto. Eppure… capita che la Lazio di Maurizio Sarri ne prenda cinque e che la Fiorentina riesca a fare addirittura en plein negativo.
Soltanto il Napoli ha vinto fin qui entrambe le proprie partite e comanda il girone a punteggio pieno. Il Milan è salito a 4; Inter, Roma e Lazio stazionano a 3; oltre ai viola di Vincenzo Italiano in apnea pure la Juventus, ancora a zero.
Quattordici partite disputate tra le tre competizioni e soltanto sei vittorie ottenute. Una percentuale che si attesta intorno al 43%. Il discorso qualificazione, con dodici punti ancora da assegnare, rimane aperto per tutte. A patto però che il punto di inflessione si registri già nel prossimo turno.
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