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Serie A

Bonazzoli: “Samp e Reggina, potete farcela. Osimhen è una pantera”

Scritto da
Nico Bastone

Intervista esclusiva all’ex attaccante, oggi allenatore del Fanfulla, Emiliano Bonazzoli: le sue parole a SerieANews.com

Una vita in attacco, quella di Emiliano Bonazzoli. In carriera il bomber ha vestito le maglie -tra le altre- di Reggina e Sampdoria. Oggi è l’allenatore del Fanfulla, in Serie D, un’avventura cominciata circa un anno fa. La sua passione per il campo e per la palla lo porta a voler un gioco bello da vedere, non nascondendosi troppo dietro i lanci lunghi.

Emiliano Bonazzoli, le parole a SerieANews.com

Un parere, quello di Bonazzoli, anche per Victor Osimhen, il capocannoniere della Serie A, e anche per Walid Cheddira che si sta mettendo in mostra con il Bari. E la chiusura sui metodi di allenamento cambiati rispetto al passato. Di seguito, l’intervista esclusiva ai microfoni di SerieANews.com.

Emiliano Bonazzoli ai tempi della Reggina (LaPresse) SerieANews.com

Bonazzoli: “Osimhen cresciuto anche grazie a Spalletti. Situazione dura della Samp, ma…”

Come sta andando la sua esperienza da allenatore? Oggi è al Fanfulla.

“Nell’arco di un anno, perché io sono subentrato l’8 gennaio dello scorso anno, posso dire che l’esperienza è positiva, mi sta forgiando come allenatore. Anche tra mille problematiche, perché la Serie D non è come il professionismo. Ci sono tanti problemi che possono partire dai campi, dalle trasferte… Però è un’esperienza che ti fa crescere, maturare e ti fa lavorare con giovani e meno giovani. Mi sto trovando bene e i risultati sono abbastanza positivi”.

Vorrebbe allenare una squadra in particolare? Sarebbe bello vederla alla Reggina.

“Perché no? Magari un ritorno in una città che mi ha visto come protagonista. Belle partite, risultati e obiettivi a cui siamo arrivati con tanto lavoro, tanti sforzi, tipo la salvezza. Mi sono trovato benissimo per sei anni, perché no? E’ molto lunga la strada per arrivare in alto. A me piacerebbe comunque restare in Italia, ma sono affascinato da un’eventuale esperienza all’estero”.

Ma lei è un risultatista, o vuole arrivare alla vittoria attraverso il bel gioco?

“A me piace giocare, mi piace tener palla e arrivare davanti col possesso. Mi piace cercare di non buttarla mai via. Il fatto di lanciare direttamente senza provare a uscire o a giocarla, anche se i miei ragazzi non sono tanto giovani, non dico che è un controsenso… Darla direttamente in qualche situazione ci sta, però secondo me è l’ultima cosa. Lanciare in avanti sulle punte è una cosa che si sa fare”.

Cosa ne pensa della situazione della Sampdoria? Le cose si fanno difficili.

“Ho sentito ieri Palombo. La situazione è abbastanza dura, le cose girano male da inizio campionato. Ad esempio con l’Empoli è stato annullato un gol nel finale… Sono situazioni negative dove cerchi di acciuffare un pareggio o una vittoria contro una diretta rivale per la salvezza e poi le cose vanno male con questi risultati. La stagione è ancora lunga, ci sono tanti punti”.

Adesso manca un po’ di fiducia, forse.

“Sì, fiducia. Poi è mancato anche Quagliarella. Un giocatore in più in attacco che dà un’altra alternativa ai giocatori che hanno già, ma devono crederci fino alla fine. Due vittorie consecutive ti fanno riacciuffare il quartultimo posto e ti fanno stare lì. Bisogna cercare di cambiare in tutti modi questo andamento negativo”.

La Reggina sta lottando per la promozione. Crede che possa farcela? Il campionato di Serie B è molto particolare.

“E’ particolare e competitivo, perché ci sono 6-7 squadre lì che hanno fatto anni in Serie A e vogliono ritornarci. Mi viene in mente il Parma, e altre squadre tipo Frosinone. In partenza non era data come favorita e vincitrice del campionato, adesso si trova lì e sta mostrando bel gioco e continuità di risultati. Non è semplice, è molto competitivo. La Reggina ha tutti i mezzi per arrivare in Serie A, partendo dalla città, dal pubblico che ha grandissimo entusiasmo portato anche dall’allenatore che fa vedere un bel gioco e una serie di risultati positivi e sta mantenendo il secondo posto. Ha tutte le carte per arrivare alla promozione, non è semplice perché Parma, Genoa sono lì e lotteranno fino alla fine”.

Osimhen è il capocannoniere della Serie A: cosa ne pensa di lui, da attaccante ad attaccante?

“Beh, vedendolo mi sembra una pantera. Ti copre una continuità di spazio con 2-3 falcate, l’accelerazione, e poi secondo me è cresciuto tanto con il lavoro di Spalletti. Non solo su queste qualità, che comunque si concentrano sulla progressione, sullo scatto, ma è diventato un attaccante più prolifico anche di testa. E’ anche più con la squadra. Grazie al lavoro di Spalletti e della squadra è diventato più completo”.

Invece in Serie B è Cheddira. Dove può arrivare?

“Se mantiene questi standard, questi risultati, può fare tantissima strada. Comunque fa parte della Nazionale, ha giocato il Mondiale. Ha un ottimo valore come giocatore. Può solo crescere”.

Esiste un Bonazzoli tra Serie A e Serie B?

“Non saprei, ma penso che tutti i giocatori sono attaccanti importanti tra Serie A e Serie B e ognuno c’ha le sue qualità e caratteristiche che lo contraddistinguono l’uno dall’altro. Forse Djuric”.

Da allenatore, cosa direbbe al Bonazzoli di vent’anni fa?

“Gli avrei detto di essere più cattivo in certe situazioni, sfruttare le possibilità nel migliore dei modi, al massimo. Però solo questo. Sinceramente di quello che ho fatto non posso lamentare, sono contento. Sull’aspetto caratteriale posso dire queste due cose, certo ci si può lavorare, però alla fine se hai queste caratteristiche caratterialmente le puoi modificare un attimino, ma sono quelle. Sicuramente posso dire che adesso, pian piano, c’è sempre un lavoro individuale, innovativo. Sia per l’attacco, ma anche per gli altri reparti. Prima si lavorava molto nell’esercitazioni più semplici, era più facile capire. Mentre adesso c’è molto più lavoro si va di più nello specifico”.

E questo cambio di preparazione crede sia stato un fattore positivo?

“Sì, adesso nelle preparazioni c’è parecchio studio coi preparatori atletici, c’è comunque l’esperienza e degli anni passati per migliorare. Si va a vedere, si va a ridefinire, a vagliare. Ogni anno nel calcio la preparazione, la forza e la corsa cambiano. Ora si possono usare meno macchinari e più forza funzionale in campo. Non è che è cambiata, ci sono più possibilità di prepararsi per quanto riguarda la forza, la corsa. A seconda dei preparatori atletici coadiuvati dagli allenatori, dallo staff. E’ bello, è importante, ci sono varie preparazioni. Non differenti totalmente l’uno dall’altra, però qualcuno mette più questo, qualcuno si concentra su altro. Sono più variabili”.

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