L’ad dell’Inter Beppe Marotta si è raccontato a tutto tondo nell’intervista concessa al ‘Corriere della Sera’: esordi, politica e campioni
L’Inter non sta attraversando un momento semplicissimo. I nerazzurri, nonostante la vittoria in Supercoppa Italiana contro il Milan, stanno vivendo diverse perplessità in campionato. La squadra di Simone Inzaghi ha un ritardo di tredici punti dalla testa della classifica.
Nel frattempo, Beppe Marotta si è confessato al ‘Corriere della Sera’. In una lunga intervista, l’ad dell’Inter ha parlato di tanti tempi. Ha raccontato anche il suo sogno che è poi diventato realtà. A questo proposito, il dirigente interista ha utilizzato una similitudine cinematografica: “Mi sento come Salvatore, il bambino di Nuovo Cinema Paradiso, che inizia come aiuto proiezionista al cinema del paese e diventa successivamente un grande regista. Sono riuscito a realizzare il sogno della mia vita, cominciato a Varese facendo il garzone del magazziniere. Poi ad 8 anni ho chiesto di poter assistere agli allenamenti allo stadio Ossola, che avevo la possibilità di osservare dalle finestre di casa. Il magazziniere Angelino mi consentì di entrare a patto di aiutarlo poi a pulire gli scarpini, sgonfiare i palloni e mettere le maglie a lavare. In cambio però potevo indossare la tuta del Varese. A undici anni poi feci il raccattapalle in Varese-Juventus. Terminò con un risultato storico, 5-0, tripletta di Anastasi”.
L’ad dell’Inter Beppe Marotta si è raccontato a tutto tondo nel corso dell’intervista concessa al ‘Corriere della Sera’. Il dirigente nerazzurro si è soffermato su alcuni singoli, calciatori fuori dalle righe che ha incrociato in carriera:“Recoba ha smentito l’assioma di Michael Jordan secondo cui con il talento si vincono le gare ma con il lavoro di squadra si conquistano i campionati. Il Cassano della Sampdoria mi ha fatto divertire più di ogni altro. Con i blucerchiati grande sfida, in otto anni con Garrone siamo passati dalla B ai preliminari di Champions League. Vidal invece è stato il più indisciplinato, l’uomo dalla doppia vita”.
Ha poi parlato degli anni del liceo: “Dal mio stesso Classico ‘Cairoli’ sono passati Mario Monti, Attilio Fontana e Bobo Maroni. Quest’ultimo era due anni più grande di me ed aveva la stoffa del politico fin da giovane. Si presentava a scuola con i quotidiani politici, io portavo la ‘Gazzetta’. Eravamo compagni nella squadra di calcio del liceo. Insieme a noi c’era anche ‘Attila’ Fontana”.
Ha poi ammesso che gli è stato “chiesto di entrare in politica”. Infine, sul 2021 e il periodo in cui è stato ricoverato per il Covid: “Ho avuto paura perché non si conosceva l’evoluzione della malattia. Per alcuni giorni ho indossato il caso, è stato un momento difficile”.
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