Le parole di Giovanni Di Lorenzo, difensore e capitano del Napoli, che ripercorre la stagione azzurra a partire dallâestate scorsa.
Protagonista in copertina e fra le pagine di âRivista Undiciâ per questo mese è stato Giovanni Di Lorenzo, il capitano e terzino del Napoli. Il difensore italiano potrebbe essere il primo con la fascia al braccio a celebrare unâannata storica per i partenopei, a oltre trentâanni di distanza da quando il condottiero fu lâinarrivabile Diego Armando Maradona.
Lâemozione del giocatore, subentrato nel ruolo di capitano a Lorenzo Insigne, si percepisce dalle sue dichiarazioni: âNessuno si aspettava unâannata simile. Lâambiente ha vissuto male gli addii di alcuni giocatori, ma io vedevo che stava nascendo un grande gruppo. Lo dissi anche a uno dei collaboratori del misterâ.
Proprio durante la turbolenta estate, Di Lorenzo è stato insignito della responsabilitĂ di essere portavoce dello spogliatoio azzurro: âNon mi aspettavo di essere scelto, non pensavo che potesse toccarmi. Il mister doveva scegliere e credo abbia scelto me per come mi comporto. Per il fatto che vado sempre al massimoâ.
Il difensore ex Empoli non può che ribadire nel corso dellâintervista al giornale ciò che si dice da sempre della societĂ di Aurelio De Laurentiis e dellâambiente napoletano: âChi vai via finisce per rimpiangere tutto ciò che si è lasciato alle spalle. Il merito è anche del club. Parlo della societĂ , della bellezza della cittĂ e del calore della gente. Sono cose che possono venire a mancare e tanti vogliono tornare qui infattiâ.
Se il merito è della gestione societaria, è indubbio che un grande contributo alla stagione, anzi il maggiore, lâabbia dato la squadra. Non soltanto per le prestazioni che offre di settimana in settimana, ma anche per aver avuto fiducia nel periodo rivoluzionario estivo: âLâambiente della cittĂ aveva vissuto con dispiacere le varie partenze di giocatori simbolo. Ma io vedevo che stavano arrivando calciatori molto bravi, sebbene non famosissimi. E inoltre disponibili: io credo che gli allenatori debbano adattarsi ai calciatori, ma pure i calciatori devono mettersi a disposizione del mister. Anche i ragazzi tornati dai prestiti volevano dimostrare di essere allâaltezza, di poter stare del Napoli, e si sono inseriti subito nel gruppoâ.
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