L’ex allenatore di Fusignano ha parlato del match di Champions tra Napoli e Milan facendo due rivelazioni e una bocciatura estremamente pesante
Il match tra Napoli e Milan fa ancora parlare. Lo strascico provocato in casa azzurra è evidente. I tifosi partenopei sognavano di vivere un’altra notte magica al Maradona ma l’iniziale vantaggio rossonero firmato da Olivier Giroud ha fatto avanzare i primi presagi negativi, dopo il rigore parato da Alex Meret.
Il Milan, come era già accaduto nella gara d’andata disputata a San Siro, ha colpito sfruttando una ripartenza velocissima. In quel caso, lo strappo provvidenziale è stato compiuto da Brahim Diaz, mentre martedì sera a Napoli, è stato Rafael Leao a mettere la firma sull’azione travolgente.
La squadra di Stefano Pioli, che a fine campionato lascerà il tricolore, ha comunque voluto mandare un messaggio alla formazione di Luciano Spalletti. I rossoneri hanno sfruttato gli episodi e si sono guadagnati un’altra serata magica nella competizione che li ha visti spesso protagonisti negli anni.
Quello di Giroud, a molti ha ricordato un altro gol simbolico ed ironia della sorte siglato proprio contro il Napoli. Vale a dire la rete realizzata da Van Basten per il 3-1 del Milan agli azzurri nella gara del primo maggio 1998. Match che in pratica ha dato lo scudetto ai rossoneri (poi vittoriosi per 3-2).
“Come si possono dimenticare quei momenti”, ha esordito Arrigo Sacchi, sentito da ‘La Gazzetta dello Sport’. Poi ha svelato un retroscena: “Mi ha telefonato Galliani e mi ha detto, ‘hai visto, Arrigo? Leao e Giroud hanno fatto proprio come Gullit e Van Basten’. Gli ho risposto, ‘noi però abbiamo fatto una partita d’attacco, abbiamo costretto il Napoli nella sua metà campo, questo Milan si è soprattutto difeso. Dietro è stato perfetto. Il Napoli era troppo lungo. Come fai ad organizzare il pressing e a difenderti bene in quelle condizioni? Il gol è stato comunque simile a quello di Van Basten, coincidenze del calcio”.
Poi un’altra rivelazione. 1-1 alla fine del primo tempo. Negli spogliatoi però si è materializzato il ‘tranello’: “I giocatori erano abbacchiati, seduti sulle panche. E dissi, ‘sono talmente convinto di vincere che metto dentro un attaccante in più’. E così feci, arretrai Gullit come trequartista e misi dentro Donadoni con Van Basten. Adesso però lo posso dire, non ero così sicuro di vincere ma era un trucco per alzare il morale dei ragazzi”.
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