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Serie A

Silvio Berlusconi, il presidente vincente

Scritto da
Nico Bastone

Decenni di successi e vittorie hanno caratterizzato il rapporto tra Silvio Berlusconi e il calcio, dal Milan al Monza

Nel calcio sono esistiti presidenti e presidenti. Oggi l’immaginario collettivo calcistico è incentrato molto più sui fondi statunitensi, sugli sceicchi, gente che ha poco a che fare con la visione romantica del presidente-tifoso degli anni ’80. Quelli che spendevano, che si rovinavano per portare i campioni nella propria squadra del cuore e raggiungere uno status vincente nella società. Silvio Berlusconi non apparteneva a nessuna categoria. Era uno di quelli che il calcio voleva rivoluzionarlo e ci è riuscito sotto tutti i punti di vista. Già a fine anni ’80 intraprendeva una guerra di potere con la UEFA insieme a Mendoza, ex presidente del Real Madrid, per il cambio della formula della Coppa dei Campioni. Non voleva costruire squadre fortissime che sarebbero uscite al primo turno per incroci strani coi sorteggi, che non tutelavano le teste di serie. Ci aveva visto lungo, perché la stessa UEFA sulla falsariga della sua proposta creò la Champions League che conosciamo oggi.

Silvio Berlusconi (ANSA) SerieANews.com

Divenne proprietario e presidente del Milan nel lontano 1986 e fino al 2017, anno in cui cedette la società a Yonghong Li, ha conquistato la bellezza di 29 trofei: 8 Scudetti, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe UEFA, 1 Mondiale per Club. Numeri che i tifosi rossoneri ricorderanno a memoria e con affetto, arrivati con giocatori che hanno scritto la storia del calcio. Come il trio degli olandesi: Van Basten-Gullit-Rijkaard; il Milan degli Invincibili di Capello; l’era Ancelotti. Un’ascesa in cui Berlusconi ha vinto tutto e si è imposto come il presidente più longevo e vincente della storia del Milan e uno dei migliori del calcio europeo.

Il fulcro della questione è che Berlusconi non ha soltanto vinto una marea di titoli come un presidente qualunque. Lo ha fatto ingaggiando i migliori giocatori del mondo e giocando, molto spesso, un calcio bellissimo. Era uno di quelli che badava molto all’estetica, a come si vincono le partite. Lo percepiva come bellezza, arte, modo di esprimersi. In questo senso, si occupava anche di dare consigli ai propri allenatori. Sempre meglio un attaccante in più che un difensore, meglio cercare di segnare un gol che provare a non subirlo. Una linea importante del suo Milan è stata anche la fortissima capacità di comunicare, con i media e i tifosi. Una valorizzazione che ha dato una mano al club nella gestione di momenti particolari e soprattutto uno stile più qualitativo a livello di immagine.

Ancelotti, Berlusconi, Galliani (ANSA) SerieANews.com

Berlusconi era il presidente vincente, dopo aver comandato il calcio italiano ed europeo con il Milan ha deciso di dedicarsi al Monza. In pochi anni lo ha portato per la prima volta in Serie A, il suo sogno era quello di vincere lo Scudetto. E sul mercato ha dimostrato di saperci ancora fare insieme a Galliani, costruendo una squadra forte che gioca bene. Una ulteriore prova è data dalla scelta dell’allenatore, con l’intuizione di affidare la squadra a Raffaele Palladino, che propone un calcio divertente e offensivo, marchio di fabbrica per le squadre berlusconiane. Servirebbero 60 libri per spiegare nel dettaglio che presidente era Berlusconi e in che modo preferiva agire. Lui stesso qualche anno fa ha preferito paragonarsi a Santiago Bernabeu, che ha scritto la storia del Real Madrid. Un paragone lecito che lo porrà nel mito del calcio.

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