Il mondo dello sport piange un personaggio piuttosto importante, un uomo che ha dato un grande contributo per lo sport italiano.
Gli sportivi italiani che hanno fatto la storia sono molti ma sono pochi quelli che sono rimasti nell’immagine collettiva per anni, più di decenni e che hanno dato aiutato la crescita di un movimenti, uomini la cui morte ha sconvolto un intero paese. Uno dei personaggi che ha fatto la storia dello sport italiano è Pietro Mennea.
Recentemente l’atletica italiani ha trovato nuovi campioni, abbiamo visto i successi e le medaglie di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi e soprattutto il primo ha cambiato la storia del nostro sport. Menna ha anticipato tutti loro ed è stato probabilmente il primo italiano a fare la differenza in sport di velocità. Mennea vinse il titolo di campione olimpico ai 200 metri ai Giochi di Mosca 1980 e ha raggiunto una serie di record impressionanti.
Tra questi anche il record italiano dei 100 metri, mantenuto per quasi 40 anni e che per 6 anni è stato anche record europeo. Mennea è stato un grande atleta ma non ci poteva essere Menna senza Franco Mascolo. Un legame indissolubile per quello che è stato il primo maestro di Mennea, Pietro lo definiva come ‘Il professore’ e Franco Mascolo si è spento in questi giorni. Un personaggio che – anche se indirettamente – è stato fondamentale per la storia dello sport italiano.
E’ morto in questi giorni a Barletta Franco Mascolo, scomparso all’età di 85 anni e morto 11 anni dopo il suo allievo, una delle più grandi leggende dello sport italiano. E Mascolo ha dato un contributo enorme a folgiare quel ragazzo, Mennea fu portato al suo centro quando aveva 14 anni e in tanti subito notarono il suo talento.
Franco Mascolo era un professore di educazione fisica, insegnava alle scuole medie De Nittis, segui Mennea nei primi anni della sua carriera ma i due rimasero legati anche dopo e Pietro lo ha poi seguito a più riprese. Erano gli anni 60′ e in una recente intervista Mascolo dichiarò:
“Avevo visto Pietro correre per le strade della città vecchia, oltre a giocare a calcio ero un marciatore. Rimasi colpito, andava come un treno e pensai che era un velocista puro, avevo bisogno di un elemento per completare la 4×100 e lui accettò immediatamente”. Quella fu l’inizio di una grande storia e Mennea ha riscritto questo sport.
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