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Serie A

Milan, Fonseca paga per tutti: c’è il nome per il clamoroso ribaltone

Scritto da
Antonio Papa

Paulo Fonseca con le sue parole è andato all-in: lo scenario all’orizzonte è un esonero per un clamoroso ribaltone

La tempesta in casa Milan si è abbattuta con tutta la sua forza dopo la partita contro la Stella Rossa. A far rumore non è stato tanto il risultato, ma le dichiarazioni post-partita di Paulo Fonseca, arrabbiato nonostante la partita vinta (a fatica) contro una squadra sicuramente più debole.

Paulo Fonseca è andato all-in: cosa succede ora? (LaPresse) – serieanews.com

L’allenatore portoghese, evidentemente esasperato, non ha usato giri di parole: “Ci sono giocatori che non lavorano come dovrebbero”. Una frase che pesa come un macigno nello spogliatoio rossonero e che sembra mirare a determinati giocatori. Non ha fatto nomi, ma il riferimento non è difficile da intuire.

La strategia di Fonseca è chiara: provare a scuotere l’ambiente. Ma quando punti il dito, rischi di ritrovarti isolato. E le sue parole sembrano aver creato una frattura che, se non ricomposta, potrebbe portare a conseguenze drammatiche.

Tra i “destinatari non dichiarati” delle accuse ci sono alcuni dei nomi più importanti della rosa. Theo Hernandez, ad esempio, da tempo al centro di critiche sia per le sue prestazioni opache sia per questioni extracampo. Il rapporto tra Fonseca e il francese non è mai decollato, e questo sta incidendo anche sul rendimento del terzino. Poi c’è Davide Calabria, capitano sempre più lontano dal suo ruolo di leader: gioca poco, e quando lo fa, non sembra mai davvero in partita. Il gesto di non salutare l’allenatore al momento della sostituzione è solo la punta dell’iceberg di un rapporto ormai compromesso.

Non va meglio con Fikayo Tomori, che non vede il campo da mesi e si è fatto ammonire dalla panchina, rimediando una squalifica senza neppure giocare. E infine, Ruben Loftus-Cheek, frenato da infortuni e con un rendimento lontano dai fasti del passato.

Le parole di Fonseca, però, sembrano aver avuto un effetto diverso su un’altra parte della squadra. I suoi “fedelissimi” lo hanno difeso nelle interviste post-partita, mostrando unità di intenti. È evidente che l’allenatore sta cercando di creare un gruppo compatto attorno a sé, isolando chi rema contro. Una tattica rischiosa, che può portare a una rinascita o a un clamoroso tracollo.

Il silenzio della dirigenza del Milan e lo scenario Sarri

In questo scenario, l’atteggiamento della dirigenza milanista è quanto mai ambiguo. Gli uomini a capo del club non si sono schierati né con l’allenatore né con la squadra, e la loro assenza dall’allenamento successivo al match non è passata inosservata. È una scelta attendista che non fa ben sperare per il futuro di Fonseca. Se i risultati non arriveranno presto, sarà lui a pagare per tutti.

E se Fonseca non dovesse riuscire a invertire la rotta? Il Milan avrebbe già un piano B. Tra le ipotesi, spunta un nome che potrebbe portare con sé un clamoroso ribaltone: Maurizio Sarri. Dopo essersi dimesso dalla Lazio lo scorso marzo, Sarri è ancora senza squadra, ma la sua esperienza e il suo stile di gioco potrebbero rappresentare l’opzione ideale per rilanciare il progetto rossonero.

L’ombra di Theo Hernandez e, sullo sfondo, Maurizio Sarri (LaPresse) – serieanews.com

Il 4-3-3 di Sarri si adatterebbe bene alla rosa attuale, offrendo una seconda chance ai giocatori in difficoltà. Inoltre, subentrare a stagione in corso gli permetterebbe di gettare già le basi per il prossimo anno, quando potrebbe lavorare con calma su una squadra costruita intorno alle sue idee.

Naturalmente, la strada che porta a Sarri non è priva di ostacoli. Subentrare non è mai semplice, e il tecnico toscano ha sempre avuto bisogno di tempo per far attecchire il suo metodo. Ma se la situazione non dovesse migliorare entro gennaio, questa potrebbe diventare l’unica opzione percorribile.

All-in Fonseca: la svolta o l’esonero

Nel frattempo, Fonseca è ancora saldamente al suo posto. Le sue dichiarazioni sono un chiaro messaggio: la squadra deve reagire subito. Da qui a gennaio, il tecnico portoghese ha la possibilità di dimostrare che la sua strategia di “schiaffo morale” può funzionare, ricompattando il gruppo e tirando fuori il meglio dai suoi uomini.

Ma il tempo stringe. Se i risultati non arriveranno, le sue parole potrebbero trasformarsi in un boomerang, lasciandolo senza alibi. E a quel punto, la società non esiterebbe a voltare pagina.

Il Milan di Fonseca è a un crocevia. Riuscirà l’allenatore a trasformare questa crisi in una nuova opportunità, ricucendo gli strappi e guidando i rossoneri verso una rinascita? Oppure il ribaltone diventerà inevitabile, aprendo le porte a un nuovo ciclo? La risposta arriverà dal campo, ma una cosa è certa: il tempo per le parole è finito, ora servono i fatti.

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