“C’è una sola persona che potrebbe parlare e l’hanno mutato”: in diretta radio viene svelato un retroscena importante sulla Juventus
Cosa sta succedendo alla Juventus? È una domanda che ormai si fanno in tanti, tra tifosi, giornalisti e addetti ai lavori. Una squadra fuori da tutto e in corsa solo per un posto in Champions, un allenatore che cerca di tenere il timone saldo e una dirigenza… beh, una dirigenza che sembra più un’entità astratta che un punto di riferimento.
La critica più dura è arrivata nelle scorse ore da Tony Damascelli, voce storica del giornalismo italiano, che a Radio Radio ha sganciato una serie di fendenti che fanno male, molto male. Nessuna pietà, nessun giro di parole: “La Juve non c’è più“, ha detto senza mezzi termini.
E qui il punto diventa delicato. Non si parla solo di prestazioni in campo, ma di qualcosa di più profondo: l’identità bianconera, quello spirito di ferro che ha sempre contraddistinto il club.
Secondo Damascelli, oggi tutto questo è evaporato. “La Juventus è una società senza personalità”, ha sentenziato, e in effetti, guardando gli ultimi mesi, la sensazione che manchi una guida forte è difficile da ignorare.
Una volta, quando la Juventus parlava, gli altri ascoltavano. Oggi, invece, sembra quasi che la società preferisca il silenzio. E non per strategia, ma per assenza di figure capaci di imporsi.
Ed ecco che arriva il colpo più pesante: Giorgio Chiellini. L’ultimo grande simbolo bianconero, l’uomo che sapeva come rappresentare il club dentro e fuori dal campo. “L’unico juventino che potrebbe parlare è stato mutato e ieri era a Londra”, ha detto Damascelli.
Un’immagine potente, quasi cinematografica. Mentre la Juventus annaspa in un mare di polemiche, il suo ultimo vero leader è dall’altra parte della Manica. Un dettaglio che più di mille parole racconta la distanza tra la squadra di oggi e quella di un tempo.
E poi c’è Cristiano Giuntoli, il direttore sportivo arrivato per rilanciare la Juventus ma che, secondo Damascelli, non basta. “Tifa Juve, ma non basta per essere un dirigente dei bianconeri”, ha sottolineato il giornalista.
Un’accusa diretta che colpisce l’ex ds del Napoli proprio nell’orgoglio. Ok, hai detto che tifi Juve… e allora? Per essere un dirigente bianconero ci vuole molto di più. Questo, in buona sostanza, il Damascelli-pensiero.
Le parole di Tony Damascelli suonano come un campanello d’allarme. Il problema non è solo tecnico, ma strutturale, profondo, quasi filosofico. Dopo l’era Agnelli, la Juventus sembra alla ricerca di se stessa, di un punto fermo che ancora non ha trovato.
E allora la domanda resta aperta: basteranno un paio di vittorie per spegnere queste critiche o la situazione è più complessa di quanto sembri? I tifosi aspettano risposte, ma per ora, le domande sono molte di più.
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