Una rottura con Gasperini, una tripletta storica, e un destino ancora in bilico. Lookman ora guarda avanti: Juve e Napoli lo tentano, ma le vie del mercato sanno essere imprevedibili
A volte le storie migliori finiscono senza bisogno di drammi. Si consumano in silenzio, con un ultimo inchino e un applauso che sa già di addio. Altre volte, invece, il finale arriva come un colpo di scena fuori copione, con parole che pesano e sguardi che evitano l’obiettivo.
Nel caso di Ademola Lookman, la sensazione è che ci sia un po’ di entrambi. Un ciclo straordinario, quello vissuto con l’Atalanta, fatto di giocate elettriche e gol pesanti. Un cerchio che sembrava chiudersi in bellezza con quella tripla firma in finale di Europa League, da copertina. Ma poi? Poi è arrivato il gelo.
Il crepuscolo bergamasco
Il tramonto, a Bergamo, è iniziato ben prima dell’estate. È iniziato con la delusione in campionato, che Gasperini ha provato a minimizzare, ma che dentro lo spogliatoio bruciava. L’Atalanta non ha solo sognato lo scudetto, ha proprio pensato di poterlo acchiappare. Fino a quello scontro diretto con l’Inter che ha rimesso tutto al suo posto. E quel posto, oggi, non è più lo stesso per Lookman.
Poi è arrivata la Champions League, e lì qualcosa si è rotto davvero. L’episodio del rigore – che non spettava a lui – è stato solo la punta dell’iceberg. Il vero terremoto è arrivato dopo, quando Gasperini lo ha attaccato pubblicamente. Parole dure, nette. E Lookman ha risposto da uomo ferito: comunicato ufficiale, tono glaciale, e la sensazione che da quel momento si stesse già preparando la valigia.
Promesse (non mantenute) e porte che si richiudono
L’uscita dal Gewiss era già nei piani, in realtà. Già al momento dell’acquisto, Lookman e l’Atalanta avevano un gentleman’s agreement: in caso di offerta congrua, ci si sarebbe stretti la mano. E quell’offerta, la scorsa estate, è arrivata: il PSG, forte di una stima concreta, era pronto a investire circa 35 milioni. Ma la Dea ha detto no. Aveva appena ceduto Koopmeiners, e mollare anche Lookman sarebbe stato troppo.
Oggi, però, lo scenario è cambiato. A Parigi c’è un certo Kvaratskhelia, che ha fatto dimenticare in fretta l’idea Lookman. E allora il nigeriano si guarda attorno: Premier League o Serie A? A giudicare dall’aria che tira, l’ipotesi italiana è tutt’altro che remota. E ci sono due club che ci pensano seriamente.
Due pretendenti e una trattativa intelligente
Eppure, una via c’è. Perché sia i bianconeri che gli azzurri hanno in rosa la pedina giusta per trattare. Il Napoli, per esempio, ha Giacomo Raspadori, che a gennaio era stato già messo sul piatto come parziale contropartita. Un nome che a Bergamo piace eccome: tecnico, giovane, e pronto a rilanciarsi.
La Juve, dal canto suo, può giocare la carta Nico González, inseguito a lungo proprio prima che scegliesse Firenze. Gasperini non è mai stato indifferente al suo talento. E un profilo così, con la sua anarchia creativa, potrebbe fare comodo in una squadra che ha bisogno di rinnovare gli esterni offensivi.
In entrambi i casi, l’idea sarebbe di ammortizzare l’affare: abbattere la valutazione cash a 25-30 milioni, inserendo una contropartita tecnica gradita. Uno scambio con conguaglio, in sostanza. Niente di rivoluzionario, ma molto concreto.
Il nodo Premier e il tempo che stringe
Per ora, però, la pista italiana è viva. E forse per una volta, la Serie A può provare a giocarsela fino in fondo. Anche perché questa volta, per una volta, ha le carte in mano.
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