Un addio annunciato che diventa il primo tassello di un Boca Juniors a tinte giallorosse. Vecchi legami si trasformano in un progetto nuovo, con radici profonde
Certe storie, anche quando sembrano chiuse, trovano sempre un modo per riaprirsi. Basta una crepa, una pausa, un rimpianto lasciato a metà. Oppure una telefonata, di quelle che iniziano con “oh, ti ricordi…”. La stagione di Leandro Paredes alla Roma era partita con un piede dentro e uno fuori. Doveva essere una comparsa di ritorno, una parentesi di passaggio prima del saluto definitivo.
Invece è rimasto. E, per un attimo, sembrava pure convinto di poter riprendersi qualcosa. Claudio Ranieri gli ha dato fiducia, ha cominciato a farlo giocare con regolarità, e in fondo qualche partita l’ha pure cambiata. Ma poi, com’è spesso successo nella carriera dell’argentino, la fiamma si è spenta più in fretta del previsto. Qualche atteggiamento sopra le righe, qualche malumore di troppo, e il rapporto con Ranieri si è lentamente sgretolato. Non servono dichiarazioni ufficiali: basta guardare le scelte tecniche.
Oggi Paredes è, di nuovo, fuori dal progetto. Ma non sta fermo. Non aspetta che le cose accadano: le costruisce. E stavolta lo sta facendo da protagonista, mettendo insieme i pezzi per un ritorno a casa che somiglia più a un piano ben architettato che a una fuga romantica.
Il Boca Juniors non è solo una possibilità. È la destinazione naturale. È l’aria di Buenos Aires, i cori della Bombonera, le partite sporche e le maglie sudate. È un mondo che Paredes conosce, e dove vuole tornare da protagonista. Non solo in campo, però. Perché stavolta l’operazione è più grande.
Paredes si è mosso. Ha fatto le sue chiamate. E ha convinto. La prima pedina che potrebbe seguirlo risponde al nome di Paulo Dybala. Non è un’ipotesi campata per aria. Dybala è reduce dall’ennesimo stop fisico, è in fase di recupero e ha fatto capire – con una sincerità disarmante – che l’idea di chiudere il cerchio in patria non gli dispiace affatto.
Giocare di nuovo con Paredes, magari con la 10 del Boca sulle spalle, non è un sogno da bar. È una trattativa vera, alimentata da stima reciproca e da quel senso di incompiutezza che ti resta dentro.
Ma il romanismo, in questa storia, non finisce qui. Perché nel nuovo ciclo del Boca potrebbe rientrare anche Daniele De Rossi. Non da giocatore, stavolta. Ma da allenatore, la prima esperienza dopo l’esonero dalla Roma. Uno dei nomi forti per sostituire Fernando Gago, fresco di esonero dopo il Superclásico. Sarebbe curioso: Roma e poi Boca, esattamente come De Rossi ha fatto nella carriera da calciatore prima di chiudere la carriera a Buenos Aires.
E con De Rossi, guarda caso, potrebbe tornare in Argentina anche Nicolás Burdisso. Il direttore sportivo, che un anno fa ha dato l’addio alla Fiorentina, ha un legame diretto sia con Paredes che con De Rossi. E al Boca ha già lavorato come ds all’inizio della sua nuova carriera. Ora ci tornerebbe per prendersi le chiavi della macchina e provare a rimetterla in strada con una visione nuova, moderna, ma legata al cuore.
Non sarà nostalgia, se funziona. Sarà un’idea. Sarà un progetto che parte dalle radici ma guarda avanti. E anche se per ora è solo un incastro che si sta costruendo, c’è già abbastanza materiale per pensare che questo Boca possa diventare qualcosa di molto diverso da com’è adesso.
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