Un’ultima giornata che poteva diventare un regalo per tutti, ma si è chiusa con uno sgarbo inutile. Conceiçao ha deciso di dire addio al Milan nel modo più duro. Resta il silenzio di un’occasione persa
L’avventura di Sergio Conceiçao al Milan si chiude come peggio non si poteva. L’ultima giornata di campionato, contro un Monza già retrocesso, avrebbe potuto essere l’occasione per chiudere con un sorriso, per mettere un piccolo fiocco su una stagione che, diciamocelo, ha regalato ben poche soddisfazioni.
Certo, la Supercoppa italiana messa in bacheca c’è, ma poi? Fuori da tutto, con una finale di Coppa Italia persa contro il Bologna che avrebbe potuto almeno salvare la faccia. E invece no, niente lieto fine.
Conceiçao era arrivato a stagione in corso, con l’idea di raddrizzare una baracca già traballante. Per un po’ sembrava che qualcosa potesse cambiare, qualche buon momento c’è stato. Ma poi, il buio. Il finale di stagione è stato disastroso, di quelli che fanno male non solo per i risultati, ma per come maturano. E ora siamo qui, all’ultima, contro il Monza. Una partita inutile, che non sposta nulla. E proprio per questo, un’occasione.
Per fare cosa? Per lanciare un segnale. Per regalare ai tifosi un gesto, una piccola soddisfazione. Per lasciare almeno un ricordo umano, se non sportivo. Ma Sergio Conceiçao ha scelto diversamente. Ha scelto Luka Jovic. Un giocatore in scadenza, che forse potrebbe anche salutare a fine stagione.
E a chi ha tolto spazio Jovic? Qui viene il punto. Perché tutta la settimana si era parlato della possibilità di dare una chance a un ragazzo del vivaio, una promessa che i tifosi adorano, uno di quei nomi che accendono gli occhi anche solo a sentirli. Parliamo, ovviamente, di Francesco Camarda. Classe 2008, un baby fenomeno che ha già assaporato qualche minuto in Serie A, ha fatto sognare in Champions League sfiorando un gol annullato dal VAR, ha portato freschezza in una squadra ingrigita.
Eppure, da febbraio in avanti, niente. Appena 14 minuti totali in due presenze. Nessuna fiducia, nessuna occasione vera. E adesso, quando sarebbe stato naturale concedergli l’ultima partita, magari da titolare, magari per sfatare il tabù del gol “precoce” Conceição ha detto no. Ha scelto l’usato sicuro, quello che sicuro non è nemmeno più. Una cattiveria gratuita, inutile
C’è modo e modo di uscire di scena. A volte basta un gesto semplice, un segnale d’amore al pubblico, uno sguardo al futuro. Invece no. Conceiçao ha voluto fare a modo suo, fino all’ultimo. Forse per marcare il territorio, forse per rimarcare che comanda lui. Ma la sensazione è che abbia fatto un torto non solo a Camarda, ma a tutto l’ambiente.
Perché il calcio vive anche di emozioni, di momenti simbolici, di gesti piccoli che restano impressi. E quando hai un talento del genere a disposizione, quando hai un ragazzo che i tifosi aspettano da mesi, perché non concedergli la gioia di partire titolare, di vivere un giorno speciale? Nessuno lo sa davvero. Ma quel che resta, alla fine, è l’impressione di uno sgarbo gratuito. Una scelta dura, forse fin troppo.
L'attaccante del Milan ha ricevuto una telefonata dal nuovo direttore sportivo e spunta un'indiscrezione inaspettata…
Il presidente dei partenopei si vuole fare un regalo dopo la conquista del quarto scudetto,…
Cristiano Giuntoli sta lavorando per risolvere il caso riguardante tre pedine fondamentali: arriva una svolta…
Il club giallorosso ha preso una decisione su Alexis Saelemaekers: il ds Ghisolfi ha informato…
Tre frasi, tre volti, tre indizi che fanno sussultare un’intera città. Il nome è di…
Antonio Conte resterà a Napoli dopo la conquista dello scudetto? A giudicare da questa frase…