La Lazio di Claudio Lotito dopo la fallimentare stagione appena conclusa che dopo otto partecipazioni consecutive, l’ha vista mancare la qualificazioni alle manifestazioni europee del prossimo anno, ha scelto di ripartire da Maurizio Sarri, il tecnico che, soltanto 15 mesi fa, rimetteva a sua volta il mandato nelle mani del presidente dopo una clamorosa sconfitta casalinga contro l’Udinese.
Il Sarri bis ha comunque avuto il merito di calmierare una piazza sempre in fermento che ora attende con ansia che le possibili richieste del tecnico toscano sul mercato possano portare giocatori più di richiamo rispetto a quelli che lo scorso anno crearono più di un malumore ancora prima di scendere in campo per la prima giornata di campionato. Sarà il campo a dire se la scelta sarà stata quella giusta, anche se mai come questa volta la piazza sembra disorientata, abituata ad modus operandi mai davvero entusiasmante della società, ma incredula di fronte a certe problematiche emerse nelle ultime ore.
Abbiamo quindi intervistato Mauro Simoncelli, giornalista storico de LaLazio.com per scoprire qualcosa di più a riguardo.
Anche se proprio dalle pagine de Il Messaggero il presidente della Lazio Lotito ha ribadito che la società ha scelto per ora di non operare sul mercato soprattutto per quanto riguarda quello in entrata perché prima, in accordo con il mister toscano, si vuole prima testare la rosa nel ritiro che quest’anno si terrà direttamente a Formello, la sensazione e molti rumors, portano invece a pensare che mai come quest’anno la Lazio sia letteralmente bloccata dall’indice di liquidità che, puntuale come il solleone estivo, torna a rovinare i sogni e le speranze dei tifosi biancocelesti ad ogni sessione di calciomercato. E che quindi non sia una scelta, ma una vera e propria necessità non effettuare movimenti.
L’ex allenatore di Napoli e Juventus ancora non è stato presentato ufficialmente, ma in una chiacchierata informale con i giornalisti presenti ad un evento che si è tenuto domenica scorsa sul litorale toscano, stimolato sulla nuova avventura, oltre a sentirsi in dovere di riprendere un discorso lasciato a metà mesi fa, ha voluto sottolineare di essere comunque consapevole delle solite difficoltà che la società potrebbe trovare sul mercato, ma è fiducioso che almeno a centrocampo un rinforzo dovrà arrivare perché la rosa oggi è numericamente corta in quel reparto. Soprattutto nel ruolo di mezzala utile per mettere in pratica il suo amato 433.
Se una società decide di affidarsi ad un allenatore come Maurizio Sarri, sa perfettamente che lo deve seguire nelle indicazioni di mercato. L’ex Chelsea resta uno di quegli allenatori dogmatici, che antepongono una propria idea di gioco anche agli uomini a disposizione in rosa. Ecco perché la mossa di tornare sul Comandante appare azzardata proprio alla luce delle grandi difficoltà di manovra che la società sembra avere in questa sessione di mercato.
La stessa rosa biancoceleste sembra avere più di un calciatore non certo ideale per l’idea di calcio di Sarri, Tavares ad esempio non sembra davvero essere il terzino ideale, così come Isaksen in attacco o Castellanos nel ruolo di punta centrale. Tutti giocatori che Sarri dovrà quindi plasmare se non potranno essere sostituiti, senza però la certezza di riuscire nell’intento.
Ma allo stesso tempo Sarri resta uomo di campo, intelligente e soprattutto con grande esperienza, quindi se capisce che la società più di tanto non potrà avere libertà di movimento in questa sessione estiva di mercato, allora ha già stilato una lista di intoccabili che dovranno essere a tutti i costi confermati. La filosofia resta quella che, se non si riesce ad aggredire il mercato portando nomi nuovi e più funzionali, almeno teniamoci stretti quelli bravi, con esperienza e che conoscono bene il sarrismo oltre che questo ambiente. Una serie di giocatori che possono rivelarsi molto utili in una stagione che resta comunque molto difficile.
Nei quasi tre anni passati sulla panchina biancoceleste, Sarri ha fatto capire come per lui la preparazione tecnico tattica della partita resti fondamentale. Insegnare il proprio credo con esercizi mandati a memoria è il fulcro della perfetta riuscita del suo calcio e se si gioca ogni tre giorni tra campionato, coppa e altra partita di campionato, tra un trasferta, un defatigante e una rifinitura, tempo per allenare ne resta ben poco. Quante volte lo abbiamo infatti sentito dire che il mestiere dell’allenatore oramai è talmente cambiato che invece di allenare sul campo si allena davanti alla televisione in infinite sedute video?
Il prossimo anno la Lazio purtroppo, ma a questo punto potremmo dire per fortuna, non avrà le partite europee infrasettimanali, il perfetto habitat per il tecnico toscano, in grado in soli sei mesi senza coppe di giovedì di portare due anni fa i biancocelesti fino al secondo posto in classifica. Ecco perché al netto di tutti i problemi che sono emersi in questi ultimi giorni, la scelta di richiamare Sarri sembra davvero essere, almeno quella, proprio quella giusta.
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