Adriano nonostante luci e ombre è una vera e propria leggenda per i tifosi interisti, che hanno sempre amato il bomber brasiliano
I calciatori vanno e vengono, la maglia resta: però ci sono quelli che diventano leggenda, anche se non sono riusciti ad esprimersi al massimo delle proprie potenzialità. Adriano Leite Ribeiro, è uno di questi.
Arrivato all’Inter nel 2001, a soli 19 anni, il ragazzo brasiliano si presentò con un sinistro devastante e un fisico da centravanti puro, ma con una tecnica da fuoriclasse che ricordava il suo connazionale Ronaldo. Già alla prima amichevole al Trofeo Bernabeu contro il Real Madrid, con un bolide su punizione a oltre 140 km/h fece impazzire subito i tifosi dell’Inter, che si innamorarono a prima vista di quel ragazzone brasiliano.
Dopo diversi prestiti tra Fiorentina e Parma, dove mostrò lampi da campione vero, l’Inter decise di riprenderlo nel 2004. Da quel momento, iniziò la sua vera avventura all’Inter, e con le sue prestazioni in campo si guadagnò il soprannome di Imperatore a suon di gol.
Tra il 2004 e il 2006, Adriano visse il suo momento d’oro in nerazzurro. Segnava in tutti i modi: di potenza, di testa, di classe. In quel periodo vinse due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e contribuì a mettere le basi per la rinascita di un’Inter che avrebbe poi dominato in Italia e in Europa nel post Calciopoli.
Ma dietro la corazza da guerriero, c’era un ragazzo fragile, segnato da drammi personali, su tutti la scomparsa improvvisa del padre, a cui era legatissimo. Quell’evento segnò il declino della sua carriera calcistica: il sorriso scomparve, e con esso anche la voglia di allenarsi, di vivere a pieno il calcio, e subentrò la depressione, un mostro dalla quale neanche l’amore di Zanetti, Moratti e i suoi compagni di squadra riuscirono a sottrarlo.
Oggi Adriano è una persona completamente diversa: è tornato a casa a Rio de Janeiro e vive con la sua famiglia e gli amici di sempre, lontano dai riflettori e dalla Milano calcistica che lo ha fatto grande.
Tra i vari allenatori che Adriano ha avuto nella sua carriera calcistica, un posto speciale lo merita Alberto Zaccheroni. Allenatore dell’Inter nella stagione 2003-04, Zaccheroni contribuì a portare l’Inter in Champions League centrando l’obiettivo quarto posto. Quella stagione fu proprio la prima con l’Inter di Adriano, e l’ex tecnico nerazzurro intervistato ai microfoni di RTV in occasione del Premio Azeglio Vicini, ha parlato di un aneddoto con Adriano che il brasiliano ancora oggi si è legato al dito.
“Una volta non gli permisi di svolgere l’allenamento – ha raccontato – sapevo che la notte prima era andato altrove”. Gli dissi solamente: “Sono molto deluso, i tuoi compagni stanno aspettando te per l’allenamento e tu arrivi con cinque minuti di ritardo, ora vai a casa a dormire, se domani avrai voglia di allenarti vieni in orario”.
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