L’Atalanta saluta il suo bomber e prepara il nuovo corso con idee chiare. C’è un nome che torna dal passato e che potrebbe incastrarsi alla perfezione con Scamacca. Juric lo conosce bene e lo stima da anni
La notizia shock di questi giorni è l’addio di Mateo Retegui all’Atalanta. Un’operazione da ben 68 milioni, con destinazione Al Qadsiah, club saudita che già in passato aveva tentato anche Moise Kean. Offerta irrinunciabile per tutti, per il calciatore (che prenderà 80 milioni in 4 anni), per l’entourage e anche per la società.
Un altro talento italiano va a giocare nei Paesi Arabi. È triste, certo, ma per l’Atalanta è anche un’occasione clamorosa per incassare e reinvestire. Un modo per aprire ufficialmente il nuovo corso sotto la guida di Ivan Juric, chiamato a gestire un’eredità che scotta, quella lasciata da Gian Piero Gasperini.
Il problema adesso è lì davanti. Serve una punta. Anche se, a ben vedere, non è che a Zingonia non ce l’avessero già, l’attaccante titolare. Basta riavvolgere il nastro a dodici mesi fa. A luglio 2024, Scamacca era l’uomo su cui si puntava tutto. Appena rientrato dalla Nazionale, dove era stato il centravanti dell’Europeo spallettiano. Poi il buio: infortunio pesante, stop lungo, e quando ha provato a tornare, una ricaduta ancora peggiore.
Così si è fatta strada la rivelazione. Retegui, pagato 22 milioni, ha sorpreso tutti e ha chiuso la stagione con 25 reti. Capocannoniere della squadra, record di gol per un atalantino in Serie A. Ora che se n’è andato, però, tocca di nuovo a Scamacca. Se Juric sceglie di ripartire da lui, ci vuole qualcuno accanto. Uno che possa sostituirlo quando serve, che possa alleggerirgli una stagione che si preannuncia bella impegnativa ma senza pretese da protagonista fisso. Uno che stia lì, pronto, ma senza fare storie.
Ecco, questa è la parte più delicata. Perché Lorenzo Lucca, il nome più chiacchierato, non arriva certo per fare panchina. Ha dimostrato di avere un bel caratterino e arriverebbe per giocarsela, con ambizione, e il rischio è di aprire un dualismo scomodo. In quel caso, la logica suggerisce che Scamacca potrebbe anche partire, se arrivasse l’offerta giusta. Ma se invece si decide di puntare davvero su di lui, c’è un altro profilo che piace parecchio. E che costerebbe anche meno.
C’è un calciatore che Juric conosce molto bene e che darebbe tutte le garanzie di cui abbiamo parlato più su. Si chiama Giovanni Simeone, per gli amici è il Cholito e con l’attuale allenatore dell’Atalanta ha giocato un’ottima stagione quando aveva soltanto 21 anni.
L’idea di Simeone all’Atalanta l’avevamo lanciata già un paio di settimane fa, poi ha iniziato a girare un po’ la voce. Non ne abbiamo parlato per caso: Juric lo apprezza, lo stima tantissimo. Lo ha già allenato al Genoa, nella sua prima stagione da tecnico. Un’annata sorprendente, con quasi un gol ogni due partite e un atteggiamento che colpì da subito l’allenatore: fame, intensità, zero lamentele. “Ha una fame incredibile, è un piacere allenarlo”, disse Juric quando il Cholito aveva appena 21 anni.
Ora ne ha 30. Ha fatto esperienze importanti in Italia, ha vinto due scudetti, ha imparato a stare nel gruppo anche senza dover essere la prima scelta. E continua a segnare. Uno così, all’Atalanta, sarebbe oro. Non crea squilibri, non rompe gerarchie, ma al momento giusto risponde presente. Perfetto per una stagione lunga, piena, da affrontare senza rischiare di spremere subito Scamacca.
Il Napoli è pronto a lasciarlo partire. Non fa più parte del progetto tecnico, e la cifra richiesta si aggira attorno ai 15 milioni. Non una follia, specie per un calciatore con quel curriculum. La trattativa può partire presto, anche perché Simeone vuole giocare e l’ipotesi Atalanta di sicuro lo affascina. Ritroverebbe un allenatore che lo conosce, in un contesto adatto alle sue caratteristiche, con l’Europa sullo sfondo.
Un’operazione pulita, logica, che può chiudersi in fretta. Juric lo ama, Simeone vuole rimettersi in gioco, e Scamacca ha bisogno di un alleato. Sì, il dopo Retegui potrebbe anche non costare una fortuna. Ma funzionare lo stesso.
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