Come funziona la lista FIGC dei 25 e come condiziona il mercato delle squadre

C’è una lista che raramente finisce sui giornali, ma che può cambiare la stagione di una squadra. Dentro, vincoli silenziosi che guidano anche il mercato dei nostri club: alla scoperta della “Lista dei 25”

Coppa della Serie A
Come funziona la lista FIGC dei 25 e come condiziona il mercato delle squadre (Foto: LaPresse) – serieanews.com

In estate si parla di tutto: nuovi acquisti, rinnovi in bilico, sogni impossibili. Ma nel silenzio di una PEC inviata alla Lega Serie A, si gioca spesso la parte più delicata di ogni costruzione di squadra. C’è un elenco che non fa notizia, eppure può decidere una stagione: è la lista dei 25 della Serie A, obbligatoria per tutti i club della massima serie da qualche anno a questa parte. Una lista che a volte ha pilotato scelte di mercato che magari il tifoso non comprendeva ma che erano dettate anche da esigenze burocratiche, oltre che di bilancio.

Non è complicato comprendere il sistema ma per chi struttura le rose non è semplicissimo restarci dentro. È un meccanismo rigido, tecnico, ma proprio per questo capace di condizionare scelte, strategie e anche qualche esclusione clamorosa. Dentro ci stanno i vincoli del calcio italiano: quelli che, al netto dei sogni, ti obbligano a fare i conti con i regolamenti.

Le regole della lista della Serie A: cosa dice il regolamento 2025/26

Ogni club può registrare massimo 25 giocatori over 22 per disputare il campionato. Ma attenzione: di questi 25, otto devono essere cresciuti in Italia, e la metà (quattro) nel settore giovanile del club stesso. Non è un’opzione, è un vincolo. Se non hai quei giocatori, non puoi sostituirli con altri: gli slot restano vuoti. Quindi puoi anche avere una rosa corta per forza. E capita, spesso.

Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, nel corso della finale di Supercoppa italiana
Le regole della lista della Serie A: cosa dice il regolamento 2025/26 (LaPresse) – serieanews.com

Per fortuna, c’è una valvola di sfogo: i calciatori under 22 (al 31 dicembre dell’anno precedente, quindi quest’anno saranno tutti i nati dal 1 gennaio 2003 in poi) non contano nella lista. Si possono utilizzare liberamente, senza che tolgano spazio agli over. Una formula che premia chi ha lavorato bene nel vivaio, ma che può diventare anche un modo per coprire qualche buco a basso costo.

Chi pensa che le liste siano solo burocrazia, non ha mai visto un club cedere un giocatore per far spazio a un altro. O peggio: tenere in tribuna qualcuno da milioni di euro, solo perché non rientra nella famosa lista. La gestione della rosa è ormai intrecciata a doppio nodo con queste regole. L’èlite della Serie A lo sa bene. L’Inter, per esempio, da anni fatica a coprire i quattro posti per i formati nel club. L’unico punto fisso è Federico Dimarco, cresciuto in casa e diventato anche bandiera. Il resto spesso va riempito con terzi portieri o con caselle lasciate vuote.

La Roma, senza più Totti o De Rossi, si affida a Lorenzo Pellegrini, ma forse ancora per poco. Il Napoli, dopo l’addio di Insigne, ha potuto contare solo su Nikita Contini e altri (Gaetano, Luperto, Zanoli, Zerbin) che poi sono via via stati ceduti, tanto che quest’anno se non dovesse restare neppure Zanoli rischia di avere ben 4 posti vuoti in lista. E la Juventus? Ha fatto scuola, usando la sua Next Gen per costruire internamente giocatori utili: da Fagioli a Miretti, da Iling-Junior a Huijsen.

Novità 2025/26: la regola dei 10+10 in distinta nelle squadre Primavera

Da quest’anno, oltre alla lista dei 25, cresce anche il numero di giocatori “local” da schierare obbligatoriamente nelle squadre Primavera: inizialmente bisognava inserire almeno 5 ragazzi convocabili nelle nazionali giovanili italiane, insieme ad altri 5 cresciuti nel club (definiti “local”).

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Novità 2025/26: la regola dei 10+10 in distinta nelle squadre Primavera (LaPresse) – serieanews.com

Questa lista è via via aumentata: prima erano 8+8, dal 2025/26 i “local” diventano 10+10. È un passo ulteriore verso la tutela del sistema: una spinta non solo a tesserare, ma anche a mettere in campo chi può rappresentare il calcio italiano. Il che vuol dire che certe scelte di formazione, già dalla panchina, potrebbero non essere più solo tecniche.

Un’idea che ha fatto discutere, ma che va letta anche come una risposta alla crisi della Nazionale. Perché non basta avere un talento in rosa se poi non può nemmeno sedersi tra i 23. Serve equilibrio. E pianificazione. Alla fine, è proprio qui che si gioca una parte invisibile ma cruciale del calciomercato Serie A. Le parole chiave non sono più solo “trequartista”, “centrale mancino” o “punta da 20 gol”. Oggi nel taccuino dei direttori sportivi ci sono anche frasi come “formato nel club”, “cresciuto in Italia”, “under 22”.

E se un giocatore ha le qualità tecniche ma non rientra nei parametri, si valuta se tenerlo davvero. Perché un acquisto non iscrivibile in lista diventa, di fatto, un investimento sprecato. E questo, in un calcio dove ogni euro conta, non è più sostenibile.

Il calcio si aggiorna e si adegua anche qui. Nella forma. Nelle regole. Nelle liste. Quelle che non si vedono ma che decidono molto più di quel che sembra.

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