Un infortunio pesante ha riportato alla mente ricordi che sembravano lontani. Le parole dei tifosi e di qualche voce pubblica hanno riacceso il nome di un personaggio storico per il Napoli
L’aria che si respira in questi giorni attorno al Napoli è strana, fatta di entusiasmo e malinconia, di progetti concreti e sogni che riaffiorano.
L’infortunio di Romelu Lukaku ha scosso tutti: uno stop pesantissimo, arrivato nell’amichevole di Castel di Sangro contro l’Olympiacos, che ha cambiato di colpo i piani della squadra. Il belga si è fermato per una lesione importante alla coscia, tre o quattro mesi di stop. Una notizia che non lascia scelta: il club deve tornare sul mercato.
E quando il mercato bussa, insieme a lui arrivano anche le fantasie. Quella voglia di immaginare scenari che magari non si realizzeranno mai, ma che intanto tengono viva la discussione, animano i bar e i social. In questo caso, più che una suggestione, è un vecchio amore che torna a bussare.
Si chiama Edinson Cavani. A Napoli basta pronunciarlo per accendere ricordi, sorrisi, perfino un brivido di nostalgia. Tre anni, 104 gol, una media che ancora oggi sembra irreale. C’era un tempo in cui il Matador era il simbolo di una squadra che stava crescendo, di un calcio fatto di corsa, sacrificio e gol a raffica.
Ogni volta che si apre uno spiraglio, il suo nome torna fuori. Come un riflesso condizionato. Anche oggi che ha 38 anni, gioca nel Boca Juniors e non attraversa certo il momento migliore della carriera. Non importa: Napoli non lo ha mai dimenticato.
A riportarlo nell’attualità non sono stati solo i tifosi, che sui social hanno ricominciato a invocarlo a gran voce. Si sono mossi anche personaggi pubblici.
Il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo della Ragione, ha dichiarato apertamente che il suo sogno sarebbe quello di vedere Cavani al posto di Lukaku, con dichiarazioni che sono arrivate fino in Argentina. A ruota è arrivato anche Nino Simeone, consigliere comunale, che ha fatto lo stesso. Una piccola campagna popolare, alimentata più dal cuore che dalla ragione.
Ed è qui che bisogna fermarsi un attimo. Perché l’immaginazione è bella, scalda l’anima, ma lo sport resta spietato con i numeri. Cavani oggi è un giocatore a fine carriera, con un fisico logorato e prestazioni discontinue. Pensare che Antonio Conte possa puntare su un calciatore di 38 anni, per giunta senza una preparazione estiva con la squadra, non è semplicemente realistico.
Il Napoli ha bisogno di altro. Servono gambe fresche, un profilo che possa garantire presente e futuro. E infatti i nomi più concreti sono ben diversi.
Su tutti quello di Rasmus Hojlund, attaccante di sedici (!) anni in meno e un potenziale ancora enorme da esprimere. È lui il prototipo di giocatore che Conte e De Laurentiis hanno in mente: giovane, affamato, in linea con un progetto tecnico di alto livello.
L’idea di Cavani, dunque, resterà una suggestione. Bello parlarne, emozionante immaginarlo, ma nulla di più. E in fondo non è detto che sia un male. Ci sono storie che meritano di restare intatte, senza appendici forzate.
Rivedere Cavani oggi, a quasi quarant’anni, rischierebbe di offuscare un ricordo che invece merita di restare cristallino: quello di un Matador al massimo del suo splendore, capace di far innamorare un’intera città con i suoi gol.
E allora meglio che resti così, come un album che non ha bisogno di nuove pagine. Napoli ha già avuto Cavani nella sua forma più pura. Quel che resta è nostalgia, e un sorriso che ancora oggi scappa quando si pensa ai suoi sfracelli sotto la curva.
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