L’Inter cala la manita contro il Torino in una serata davvero memorabile: i nerazzurri sono travolgenti, due dei nuovi già leader
Hai mai visto un’esplosione di entusiasmo così netta già alla prima giornata? L’atmosfera a San Siro era quasi elettrica: non si trattava solo di una partita, ma di un nuovo inizio. Un nuovo ciclo nerazzurro che si apre con un 5-0 che lascia poco spazio all’immaginazione.
Il Torino ha provato a reggere l’urto, ma si è trovato di fronte un’Inter che ha giocato con fame, precisione e tanta voglia di dimostrare. E, tra i protagonisti, il nome che rimbalza ovunque è uno solo: Marcus Thuram.
L’attaccante francese ha mandato subito un messaggio chiaro: quest’anno non si scherza. Due gol — il primo con una zampata da centravanti vero, il secondo con una giocata da fuoriclasse — e un’uscita dal campo tra gli applausi. C’è chi già lo definisce il leader emotivo di questa squadra, ma non è stato l’unico a brillare.
Anche Lautaro Martínez, con la fascia al braccio e il killer instinct di sempre, ha timbrato il cartellino. E poi c’è Bonny, il giovane che, appena messo piede in campo, ha trovato la via del gol con la naturalezza di un veterano. Tutto l’attacco a segno, come se fosse stato scritto in sceneggiatura.
Che impatto per i nuovi: Bonny e Sucic subito decisivi
È sempre difficile capire quanto impatto possano avere i nuovi arrivati. Ma qui non si parla solo di buone impressioni: si parla di fatti. Bonny, all’esordio in Serie A con la maglia dell’Inter, ha trovato la rete pochi minuti dopo il suo ingresso in campo. Un inserimento perfetto su un’azione orchestrata con intelligenza e ritmo, da manuale.
Più che un gol della bandiera, un segnale forte per Chivu: qui c’è un’altra freccia nell’arco offensivo. E poi c’è Sucic. Messo titolare a sorpresa in mezzo al campo, il croato ha risposto con personalità e qualità. Un assist al bacio per il primo gol di Thuram, ma soprattutto tanta sostanza: recuperi, gestione palla, verticalizzazioni.
Non era affatto facile, ma lui ha trasformato la pressione in carburante. C’è del potenziale serio, e vederlo muoversi con questa maturità ha lasciato un’impressione concreta: non sarà solo una comparsa.
Chivu parte forte e blinda la difesa
Se c’erano dubbi su come Chivu avrebbe gestito il salto di qualità in panchina, beh, questa gara li ha spazzati via. Ha disegnato un’Inter compatta, aggressiva e lucida. L’identità è chiara: si attacca in blocco e si difende con ordine. I meccanismi sembrano già oliati, e la difesa nerazzurra è stata praticamente perfetta. Zero sbavature, poche occasioni concesse e un’interpretazione moderna, dinamica, in cui i centrali salgono senza paura e i terzini chiudono con i tempi giusti.
Non è solo una vittoria larga, è una dichiarazione d’intenti. Questo gruppo ha assorbito subito la mentalità del tecnico, e la sensazione è che l’ambiente stia rispondendo con entusiasmo e fiducia. Chivu non sta solo allenando: sta costruendo qualcosa. E lo sta facendo con calma, ma senza esitazioni.