Allo Zini corre aria fredda e rumore di tacchetti. Il Napoli entra leggero, compatto, con la pazienza di chi sa aspettare il varco giusto e la lucidità di chi vuole restare aggrappato alla vetta. La serata scivola via fra ritmo controllato, scambi rapidi e un centravanti che sente l’area come casa.
Diciassettesima di Serie A, appuntamento che pesa. Il Napoli deve tenere il passo del Milan e guardare i movimenti dell’Inter. Antonio Conte riparte dal suo 3-4-3. Struttura elastica. Ampiezza sulle corsie. Letture preventive alte. La Cremonese di Nicola mette un 3-5-2 coraggioso. Linee compatte. Ripartenze cercate per Vardy e Sanabria.
Lo Zini resta in ascolto per dieci minuti. Il Napoli ordina il traffico. Lobotka detta il passo. Politano martella a destra. Spinazzola spinge e chiama campo. Neres si accentra e manda segnali. La squadra occupa bene le zone di rifinitura. La prima crepa nasce dai dettagli: seconde palle, pressione alta, scelta del tempo.
Cross di Politano, ribattuta corta, palla viva. Il portiere esce, la difesa rinvia male. Al 13’ arriva il vantaggio: tap-in chirurgico dopo una conclusione di Spinazzola che carambola in area. Qui si alza la mano del protagonista. È la serata di Rasmus Hojlund. Il danese legge lo spazio prima degli altri. Attacca la porta con naturalezza. Fa 0-1.
La Cremonese prova a rispondere. Aggira il primo pressing, alza i quinti. Ma il muro azzurro regge. Di Lorenzo accompagna e anticipa. Rrahmani sporca ogni linea verso Vardy. Juan Jesus, ammonito, resta pulito nei tempi. Il Napoli resta corto. Non concede profondità.
Minuto 45. Servizio rapido da destra, movimento controtempo. Baschirotto perde il contatto. Hojlund scappa, apre il corpo e chiude il discorso del primo tempo. È doppietta. È la fotografia di un centravanti in fiducia. Posizione, spalla, primo passo. Semplicità feroce.
Nicola inserisce energie fresche. Johnsen prova l’uno contro uno. Moumbagna cerca fisicità. Ma il Napoli si abbassa quel tanto che basta. Blocca il corridoio centrale. Invita al cross. Milinkovic-Savic gestisce le uscite. Zero sbandate. Dall’altra parte restano occasioni per il tris: incursioni di McTominay, tagli di Neres, un altro pallone velenoso per Hojlund. Manca il colpo finale, non l’ordine.
il tabellino consegna uno 0-2 netto, firmato al 13’ e al 45’. Arbitra Mariani senza episodi dubbî da moviola nel finale. Al momento della stesura non risultano pubblicati valori ufficiali di xG; la superiorità territoriale del Napoli è comunque evidente per possesso e volume di rifinitura tra mezzali e esterni (fonte: tabellino e cronaca gara).
Conte consolida un’idea. Ampiezza con Politano e Spinazzola, regia bassa di Lobotka, interni pronti ad attaccare la seconda palla. L’ingresso di Buongiorno alza ancora la soglia difensiva e permette a Di Lorenzo di tornare “di ruolo”. È gestione matura. La “scia Supercoppa” aiuta: la squadra viaggia leggera anche lontano da casa.
insieme al vapore che sale dai respiri a bordo campo: quanto può crescere questo Napoli se il suo centravanti resta così affilato e il sistema continua a proteggerlo? Forse la risposta è già scritta nei due passi fatti allo Zini. A volte la differenza sta in un attimo che scegli di attaccare. E nell’istinto di chi vede la porta prima ancora di vederla davvero.
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