Cassano boccia Dybala: “Lui come Messi? Mi viene da ridere, non è un campione”

sampdoria, cassanoCASSANO BOCCIA DYBALA – 35 anni e ancora la voglia di dimostrare in campo che puo’ fare la differenza. Stiamo parlando di Antonio Cassano, fermo ormai da quasi un anno, ma che non intende chiudere così la sua carriera da calciatore. L’ex attaccante di Real Madrid, Roma, Inter e Milan afferma di voler tornare a giocare.

CASSANO NON SI ARRENDE

“Sono un calciatore perché mi alleno ogni giorno, ma non ho richieste soddisfacenti. Tutti pensano che abbia smesso e che non ce la faccia più… Non è vero. Pancia non ne ho e sono 85 chili, il peso forma quando sono andato al Mondiale in Brasile“, dice Cassano a Il Corriere dello Sport. Cassano parla anche di Totti, che secondo lui avrebbe commesso un errore: “Ha sbagliato a smettereDi fronte alle prime difficoltà di Dzeko, piuttosto che Schick, avrei messo dentro Francesco. Dirigente? Mi sembra triste, uno che non c’entra niente con quel ruolo ma nell’arco di poco tempo diventerà bravo”.

L’ATTACCO A DYBALA

Il fantasista di Bari Vecchia elegge già la sua favorita del campionato e parla molto chiaramente di Paulo Dybala: “Vincerà ancora la Juventus. Facilmente. E’ di un altro livello e in panchina c’è uno troppo più forte degli altri. Allegri è un tipo di persona che non si vende: lui dimostra sul campo, gli altri fanno interviste organizzate. Ma chi porta a casa i punti e gli scudetti è lui. Dybala? E’ un ottimo calciatore, ma non un campione. Lo scorso anno quando era sulla cresta dell’onda è stato paragonato a Messi e io… ridevo. Higuain, Pjanic e Buffon sono gli unici tre campioni che ci sono in Serie A”. 

Cassano non risparmia poi frecciate nemmeno a Maurizio Sarri e al Milan: “Sarri fa giocare bene una squadra di ottimi giocatori, ma gestire i campioni e fare i risultati come fanno Allegri, Mourinho, Ancelotti, Capello e Guardiola è molto più complicato. Se mi piacerebbe essere allenato da lui? No. Milan? San Siro per i buoni giocatori è dura perché si c… addosso. Bonucci è diventato forte perché aveva ai suoi lati due mostri come Barzagli e Chiellini, dietro SuperGigi e davanti Pirlo. La Juve per 80’ attacca e lui a impostare è molto forte; al Milan invece deve difendere uno contro uno, con tanto campo alle spalle ed è durissima”.