CAGLIARI MEDIA DAY- Porte aperte ai giornalisti ad Asseminello e spazio alla seduta d’allenamento con successiva spiegazione tattica da parte di Rolando Maran. Il Cagliari si prepara alla sfida di lunedì sera contro il Torino, match fondamentale per confermare l’ottimo inizio di stagione. Allenamento basato su lavoro tattico con conduzione della palla. scarico verso il compagno, e poi uno-due e rapidi fraseggi. Seconda parte d’allenamento concentrata su partitella a campo ridotto, poi a campo allargato. Ritmi intensi per circa un’ora. Poi il rompete le righe e appuntamento alla sessione di domattina.
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A fine allenamento, Maran ha colto l’occasione per spiegare ed evidenziare alcuni aspetti tattici ai giornalisti presenti. Un “Media Day” che ha sottolineato come il calcio sia cambiato rispetto agli passati, sia dal punto tecnico-tattico, sia dal punto della tecnologia.
Maran ha così sottolineato: “Avete visto come ci alleniamo. Quanta intensità mettano in campo i ragazzi. Queste sono le immagini che, grazie alla collaborazione del mio staff tecnico, riprendiamo gli allenamenti con il drone poi studiamo nel dettagli tutti i filmati. Questo ci consente di analizzare ogni seduta d’allenamento, capirne pregi e difetti, appuntare ciò che va bene, e ovviamente correggere ciò che va male”.
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“Io credo che per creare una squadra bisogna semplicemente essere se stessi. Rispetto a prima la figura dell’allenatore ora è molto più vicina al quella del giocatore. E’ chiaro che siano due ruoli differenti e ci sia bisogno di rispetto, ma ovviamente il rispetto dev’essere reciproco. Io credo che la miglior soluzione per creare un ottimo gruppo è quella di essere trasparenti e se stessi”.
“E’ chiaro che si parta sempre da un modulo base, ma è un modulo costruito attorno ai giocatori. Per quel che mi riguarda, cerco sempre di creare una squadra formata da “coppie di giocatori per ogni ruolo”, in modo che il potenziale titolare senta sempre la pressione e in modo da potermi sempre affidare ad un’ottima alternativa. Non si può basare una squadra su un singolo giocatore, anche perchè se dovesse mancare per qualsiasi motivo, sarebbe un problema serio. Io non seguo questa linea.”
“Ciò che penso io è che la mia squadra debba avere sempre la sua identità. A me piace un calcio propositivo. Poi è chiaro che in base all’avversario si possono fare degli accorgimenti tattici, ma senza snaturarsi”.
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