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Napoli

L’ultima vittoria di Maradona è arrivata oggi

Scritto da
Riccardo Vaccaro

Si chiude definitivamente la lunga querelle tra il fisco italiano e Diego Armando Maradona: la Cassazione assolve post mortem l’ex Pibe de Oro. 

No, non è stato un grande evasore fiscale. Diego Armando Maradona aveva ragione e la Cassazione soltanto quest’oggi glielo ha riconosciuto. Peccato che l’ormai ex Pibe de Oro non possa godere di una verità affermata e ricercata per tanti anni, la quale è stata motivo di sofferenza e di allontanamento da Napoli. Ben 29 pagine di ordinanza spiegano che il fuoriclasse argentino non abbia in realtà mai evaso il fisco italiano, che ora dovrà risarcire gli eredi di Maradona secondo una condanna che calcoleranno i Giudici dell’Appello.

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Maradona aveva ragione: il fisco italiano condannato

Diego Armando Maradona Ct dell’Argentina (GettyImages)

A portare avanti la battaglia in questi anni è stato il legale Angelo Pisani, il quale ne ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “Finalmente è stata messa la parola fine a questa vicenda, che vede il fisco subire una condanna. Sono molto contento e credo che da lassù Diego stia sorridendo. Sapeva di essere innocente e non sentiva nemmeno il bisogno di difendersi. Diego è l’esempio del bene che vince sul male”.

Cos’era accaduto di preciso? Il fisco italiano imputava a Maradona il pagamento di una tassa in realtà inesistente. Già in precedenza i giudici avevano affermato che l’argentino fosse estraneo ai fatti e capro espiatorio di una situazione decisamente più grande di lui.

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La vicenda, infatti, era cominciata nel 1989 quando due sindacalisti della CGIL presentarono un esposto alla Procura contro l’ingaggio di Maradona, chiedendo una verifica fiscale. Si evinsero sfruttamenti dei diritti d’immagine attraverso società estere ma molto probabilmente i calciatori coinvolti erano estranei ai fatti e si trattativa di operazioni per evitare il versamento da parte della società sportiva dei loro ingenti contributi.

Si tratta nella fattispecie di circa 40 milioni di euro di risarcimento, che potrebbero essere distribuito tra i suo eredi. Nel frattempo la verità, sono passati oltre 30 anni, emerge soltanto adesso.

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