L’Ucraina batte nel finale dei supplementari una Svezia dove Kulusevski non si è mai visto: la Juve rischia un nuovo Godot
Non sogniamo neppure nelle fase REM più recondite di paragonare Dejan Kulusevski ad Alex Del Piero. Anzi. Eppure, un paragone squisitamente letterario, splendidamente sollevato dall’Avvocato Agnelli, può essere evocato. Perché la stagione appena andata in archivio con la Juventus e l’Europeo appena finito con la Svezia presentano importanti esimenti, tra infortuni, Covid ed adattamenti vari: ma, non possono spiegare tutto. L’Ucraina vince nel finale, dopo una gara sofferta, tirata, con Shevchenko che indovina tutte le mosse. Anonima, invece, la gara di Kulusevski.
Così come si possono definire questi mesi dello svedese: ecco il paragone letterario, perché per Dejan è stata una stagione da novello Godot. Un’attesa di un talento pronto ad esplodere, con i suoi numeri e la sua potenza che sono lì per deflagrare. L’ottavo di finale contro l’Ucraina, invece, ha messo in luce un calciatore per lo più banale nelle giocate, prevedibile, poco brillante. Regge, ma solo parzialmente, l’attenuante della positività al coronavirus fino a pochi giorni fa. Siamo in una fase di un torneo al quale si arriva dopo una stagione stremante per tutti, le energie sono residuali e gli strappi possono fare la differenza. Quello che ti aspetteresti da Kulusevski e che invece è arrivato da Forsberg e da Isak.
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Dopo l’oneroso investimento fatto dalla Juve per acquistarlo dall’Atalanta, è lecito chiedersi se lo svedese sia l’uomo giusto sul quale puntare per il nuovo ciclo di Allegri in casa bianconera.
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Si tratta di un indubbio talento ma che potrebbe non consacrarsi mai ad alti livelli? Stiamo discutendo di un giocatore che per dare il massimo deve solo e unicamente giocare esterno largo in un 4-3-3? Oppure, parliamo di un attaccante che è pronto al grande salto dopo aver mostrato qualità di primo livello? Il rischio Godot c’è. Tocca ad Allegri provare a cancellarlo.
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