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Serie A

PSG, i cinque scogli di un fallimento preannunciato

Scritto da
Gennaro Di Finizio

Il Paris Saint Germain si prepara ad affrontare una stagione da protagonista. Eppure, gli scogli del fallimento sono dietro l’angolo.

L’addio che ha stravolto il calcio, che ora consente a tanti di poter prevedere il futuro da qui ai prossimi mesi. In molti si stanno già calando il cappello, complimentando per quella che sarà una stagione colma di gloria e successi. Tutto rivolto, ovviamente, ai padroni del Paris Saint Germain, che in questi minuti hanno ufficializzato quella che rappresenta un’operazione storica. In pochi avrebbero immaginato (fino a 2-3 anni fa) di vedere Lionel Messi lontano dal Barcellona. Un sodalizio che sembrava destinato a rimanere eterno. “L’amore è eterno finché dura” recitava il titolo di un vecchio film diretto da Carlo Verdone.

E cosi è stato. Lionel Messi ha lasciato la Catalogna, quella terra dove è amato come una divinità. Cosi come Napoli per Maradona, Barcellona è la terra adottiva di uno dei giocatori più forti della storia. E per questo il suo addio è doloroso, ancora sanguinante nei cuori di tutti i tifosi catalani che hanno amato Messi, lo hanno venerato e per questo, oggi, piangono lacrime amare.

L’approdo al Psg, da qualche minuto, è diventato ufficiale. Un film scritto, almeno secondo quelle che sono state le forti indiscrezioni degli ultimi giorni. Una squadra che oggi, almeno sulla carta, avrebbe il potenziale per vincere tutto il possibile. La carta, però, ha ingannato anche i naviganti come Cristoforo Colombo, che diretto verso le indie si ritrovò poi a scoprire l’America.

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Achraf Hakimi (Getty Images)

Psg, gli scogli di un fallimento: stelle e squilibrio

Insomma, il calcio insegna che i pronostici sono fatti per essere sovvertiti. Golia diventa spesso il nemico pubblico, ma soprattutto l’entità che cammina su pavimenti che diventano scivolosi, e ad ogni angolo nascondono insidie. Il fallimento, anche per il club transalpino, diventa il principale ostacolo da combattere.

Ci sono dei punti, chiari, che mettono in pericolo il percorso dei parigini. Bene l’arrivo di Messi, che diventa una stella tra le stelle. Se a Barcellona Lionel era venerato come un Dio (monoteismo, sia chiaro), a Parigi diventa compagno di spogliatoio di gente come Mbappè (da molti indicato proprio come erede della Pulce), Neymar (alla ricerca di un ruolo da leader vero). Un trio spettacolare, ma che dovrà prestare molta attenzione a non pestarsi i piedi.

Serve collaborazione, soprattutto in una squadra che vanta giocatori offensivi in ogni dove. I neo arrivati Hakimi e Wijnaldum, per fare un esempio, saranno chiamati a curare al meglio una fase difensiva che avrà bisogno del lavoro di tutti per non lasciare scoperto il povero Donnarumma e la sua difesa.

Al Khelaifi (Getty Images)

Odio e timore, gli ostacoli di un percorso turbolento

Tanta gloria necessita anche di tanta personalità, prontezza di riflessi e nervi saldi. Soprattutto perchè, mai come quest’anno, per il Paris Saint Germain c’è più da perdere che da guadagnare. E’ chiaro a tutti, “da un grande potere derivano grandi responsabilità” (diceva lo Zio Ben al piccolo Peter Parker), e sarà proprio questo l’aspetto al quale tutti dovranno prestare molta attenzione.

Senza considerare, poi, un aspetto che sta emergendo proprio in queste ore soprattutto sui social. Essere i più forti attira anche poca simpatia (vero Juventus?), e cosi il Paris Saint Germain dovrà prepararsi anche ad affrontare le varie competizioni (soprattutto la Champions) dove si ritroverà di fronte compagini pronte a mettere in campo tutto, e qualcosa in più.

LEGGI ANCHE >>> “Ma stiamo scherzando?”, dopo Messi il PSG sferra l’ennesimo colpo

Ligue 1, una possibile palla al piede

E proprio la Champions sarà l’obiettivo (possiamo ben immaginare) di questo Psg, che proverà ad arrivare fino in fondo. Ma resta, va detto, un aspetto controverso che riguarda tutte le squadre francesi, al cospetto degli altri club top in Europa: una Ligue 1 poco allenante e che potrebbe tenere il livello degli stimoli molto basso. Il campionato francese non è di certo la Premier League, la Liga o la stessa Serie A dei campioni d’Europa.

Tutti aspetti, quelli elencati, che non vogliono andare a comporre un puzzle pessimista – sia chiaro – ma quantomeno una visione equilibrata e rivolta a chi già oggi ha assegnato al Psg tutti i trofei possibilmente conquistabili dalla squadra di Mauricio Pochettino. Poi magari sarà cosi, per carità, ma il pallone rotolerà per mesi e capire dove andrà non sarà cosi facile.

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