Inter-Bologna disegna almeno tre motivi per i quali Simone Inzaghi ed i suoi ragazzi sono nuovamente favoriti per lo scudetto
Inter-Bologna ha dimostrato perché quello scudetto sul petto non è un caso per i nerazzurri. L’Inter è forte, tosta: e Simone Inzaghi vanta un numero importante di motivi per cui la sua squadra non deve nascondersi ed accettare (visto anche lo stato delle altre pretendenti) il ruolo di principale candidata ad un nuovo tricolore. Con un presupposto già espresso in precedenza su queste colonne e che giova ribadire: Correa e Dzeko non valgono Lukaku in termini di incidenza sul terreno di gioco, nonostante già entrambi vantino diversi centri.
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Elencati i tre motivi principali, si farebbe torto a gente come Dimarco e Perisic a sinistra, Dumfries e Darmian a destra non menzionarli come punti di forza. Per non parlare della seconda vita di Brozovic: Epic ha trovato il 2.0 della sua carriera con Simone Inzaghi. Corre tanto, ma soprattutto fa correre tantissimo il pallone. Tocca più di cento palloni a gara, il lavoro quotidiano nell’andare ad evitare lo schermo avversario sta funzionando meravigliosamente.
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Qualche punto interrogativo c’è: Dzeko è stato super nella goleada col Bologna pur subentrando, ma non può esser quel giocatore su cui appoggiarti nelle gare più dure, come ha dimostrato il Real Madrid. Handanovic non è sempre impeccabile. Calhanoglu ha grande classe, ma scarsa continuità. Ed in difesa i cambi non sono all’altezza dei titolari. La società, però, è solida, anche se in modalità spending review. Marotta, però, sa bene come si vince: e lo sta dimostrando anche quest’anno.
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