Nel post-match dopo il 2-0 al Cagliari il portiere della Juventus Szczesny è stato critico nei confronti del gioco espresso dalla squadra.
La Juventus di Massimiliano Allegri sarà anche in crisi, ma 6 vittorie nelle ultime 8 giornate sembrano dire il contrario. Il 4° posto occupato dall’Atalanta, ieri frenata dal Genoa, è lontano appena 4 punti. Nella serata di ieri è arrivato un netto 2-0 al Cagliari, e pazienza se il successo sui sardi e quello precedente sulla Salernitana erano stati registrati contro due candidate alla retrocessione: la Vecchia Signora del resto ha sofferto anche contro il Venezia in tempi recenti.
Proprio la gara contro i lagunari rappresenta, insieme alla batosta rimediata a Londra con il Chelsea, uno dei pochi momenti negativi di un mese, l’ultimo, che ha rilanciato le ambizioni bianconere nella corsa alla Champions League. Il peggio è alle spalle allora? Non proprio.
Non mancano le critiche nei confronti del gioco espresso dalla Juventus, che continua a non essere esaltante, né quelle che riguardano un atteggiamento spesso troppo conservativo una volta ottenuto il vantaggio. Tra i critici, a sorpresa, anche il portiere bianconero Wojciech Szczesny, che al termine della sfida vinta con il Cagliari ha ammesso che c’è ancora molto da fare.
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Tra i protagonisti del successo grazie a una parata salva-risultato sul colpo di testa ravvicinato di Joao Pedro, il portiere polacco ha ammesso ai microfoni di DAZN che la squadra ha corso troppi rischi: “Si gioca sempre con la puzza sotto al naso e non mi piace, nel lungo periodo non va bene.”
Quindi rievoca il recente pari con il Venezia e traccia un parallelo: “È successo tante volte, anche a Venezia. Nel secondo tempo giochiamo bassi, non possiamo abbassare energia e concentrazione.”
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In effetti nella ripresa il Cagliari ha sfiorato il pari, con la Juventus salvata prima da un errore di Dalbert e poi dalla già citata parata di Szczesny. Che chiede ai compagni di cambiare atteggiamento: “A Venezia avevamo preso gol, oggi ci è andata bene. Credo ci sia tanto da lavorare, perché sull’1-0 ogni tanto ci troviamo troppo bassi. Magari succede perché ci sentiamo troppo comodi. E non va bene.”
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