Ancora un documento che proverebbe l’imbroglio di una delle partecipanti ai Mondiali in Qatar: ipotesi ripescaggio ancora viva
Il Mondiale rischia di essere ancora scosso. Una delle squadre qualificate per disputare la fase finale programmata in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre è tornata nell’occhio del ciclo a causa di un nuovo particolare tutt’altro che rilevante sul caso Byron Castillo.
Dopo i documenti già tirati fuori nei mesi scorsi e ai quali si è rifatto il Cile nel tentativo di vedere riconosciuto “l’imbroglio” dell’Ecuador e ottenere così il diritto a partecipare alla manifestazione poiché prima esclusa della corsa qualificazione in Sudamerica, un audio scuote ancora gli ambienti FIFA.
La nuova bomba che inguaia l’Ecuador e Byron Castillo arriva dall’Inghilterra. Il ‘Daily Mail’ ha rivelato un audio in cui lo stesso difensore confessa di provenire da San Andrés de Tumaco, comune che fa parte del dipartimento di Nariño, in Colombia e successivamente si è trasferito in Ecuador. Questo chiaramente indica che la Federazione e il calciatore hanno utilizzato una documentazione e testimoni falsi per iscrivere Castillo tra i calciatori ecuadoriani.
Nell’audio, che sarebbe del 2018 (il ‘Daily Mail’ dice che colui che parla con Castillo è un capo della commissione investigativa della Federcalcio ecuadoriana) è lo stesso calciatore a spiegare i fatti: “Sono arrivato in Ecuador ma non sapevo niente. Mi è stato detto: “Tranquillo, ti sistemiamo noi. Facciamo questo e quest’altro, siamo qui per aiutarti. Avevo bisogno d’aiuto perché sono arrivato in Ecuador per aiutare la mia famiglia. La situazione a Tumaco non è semplice. Quando sono arrivato ho cominciato a giocare senza problemi, solo ora mi sto rendendo conto dei problemi che sono venuti fuori”.
La squadra che ha accolto Castillo è il Club Sport Norte America, società ecuadoriana adesso coinvolta in uno scandalo per falsificazione di documenti che hanno consentito a diversi giocatori stranieri di giocare nel Paese sudamericano. Castillo, infatti, nell’audio ‘incriminato’ parla anche dell’aiuto ricevuto da Marcos Zambrano, proprietario del club. Anche i genitori del difensore erano informati su tutto. Nei mesi scorsi, il Cile aveva già presentato alla FIFA alcuni documenti: l’atto di nascita e il certificato del battesimo. La ‘Roja’ confida ora più che mai nel ripescaggio.
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