Emiliano Martinez è tanto forte quanto assurdo: il gesto durante la premiazione al Mondiale lascia poco spazio alle interpretazioni
I portieri sono così, sono un po’ pazzi. A volte danno sfogo alla loro follia durante i 90′, a volte durante le proteste con l’arbitro. Poi ci sono i rigori. Quei tiri dal dischetto bianco dell’area molte volte definiti erroneamente come una lotteria, un terno a lotto. Non è così. Dietro c’è uno studio: nel calciarlo, nel sistemare il pallone, ma anche nel pararlo. Nel condizionare l’avversario, nel cercare di farlo sbagliare, di perdere tempo in modo tale che s’innervosisca. Ma Emiliano ‘Dibu‘ Martinez non fa solo questo. E’ riduttivo scrivere che il portiere dell’Argentina pensi solo a innervosire l’avversario.
Innanzitutto, è un grandissimo atleta. Esplosivo, d’esperienza, con carisma, tecnica e anche molto pulito nelle sue parate. Emiliano sa bene cosa serve a una difesa, a una squadra, quand’è in difficoltà. I calciatori sono così, per quanto abbiano personalità, hanno bisogno di qualcuno che gli guardi le spalle. Questo fa Dibu nella sua Argentina, mette in sicurezza i suoi compagni in ogni occasione. Ci mette la faccia, si fa avanti quando il gioco si fa duro. Ne ha presi tre da Kylian Mbappé questa sera, quattro considerando la serie dei rigori, ma nemmeno il diavolo poteva fermare il francese.
Emiliano Martinez, però, ha parato un rigore a Coman e fatto sbagliare il suo a Tchouameni. Come? Si è messo a fare un po’ di show in porta, ha preso il pallone, lo ha allontanato e fatto perdere altro tempo al centrocampista del Real Madrid, che è pur sempre un 2000 facilmente condizionabile quando ti giochi la vita davanti a un rigore. Messi, Di Maria, Mbappé, tutto molto bello, tante prestazioni fantastiche e gol straordinari. Ma questo è il momento di Dibu, che è entrato nella storia come Goycochea, ma lui il Mondiale è riuscito a portarlo a casa.
La teoria dell’Io so’ io e voi non siete un ca…, Martinez l’ha messa in scena anche al momento della premiazione da parte degli emiri qatarioti e di tanta altra gente in giacca e cravatta, che crede che il calcio sia di loro proprietà. Ha vinto il premio come miglior portiere di Qatar 2022, strameritato, ha preso il trofeo, il guanto, e se lo è messo in mezzo alle gambe. Le immagini in tv e le foto uscite successivamente lasciano poco spazio alle interpretazioni. Un gesto evitabile diranno i buonisti amanti del politically correct, un gesto fantastico per un personaggio assurdo diranno quegli altri lì, quelli che amano il calcio anche per i personaggi come Dibu.
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