Moise Kean, a ridosso della ripresa della Serie A, dopo la pausa Nazionali si racconta in un’intervista al ‘Corriere dello Sport’.
Originario della Costa d’Avorio ma cresciuto a Vercelli, Moise Kean è stato e continua a essere uno degli attaccanti sui quali maggiormente punta la Juventus. Dopo un passaggio nelle giovanili bianconere, il giocatore è passato a sprazzi in prima squadra, intervallando la sua presenza a Torino con prestiti altrove. Kean, infatti, ha indossato le divise di Hellas Verona, Everton per due volte e PSG, prima di tornare alla base.
Il tutto ad appena 23 anni. Un bagaglio di esperienza ma anche di alti e bassi che il giocatore si augura possa essere sufficiente a riaffermare la sua permanenza alla Juventus. Su di lui puntava più di chiunque altro l’ormai ex Ds bianconero, Fabio Paratici, e lo stesso Kean lo conferma in occasione di un’intervista concessa al ‘Corriere dello Sport’.
“Quattro anni fa Paratici disse che sarei divenuto uno degli attaccanti più forti? Sono ancora in tempo. Non sono una persona che guarda troppo avanti”, esordisce Moise Kean.
La fiducia nei propri mezzi sembra essere intatta, nonostante nel complesso la stessa stagione bianconera sia stata una montagna russa. Il calciatore fa affidamento sulla traiettoria di molti suoi colleghi: “Gente come Salah e Mané ha impiegato anni prima di esplodere. Basti pensare che Mané ha 31 anni. Salah è divenuto chi è a 25 anni, invece. Io ho avuto la fortuna di giocatore sia a Torino che a Parigi e Liverpool con grandi campioni, che ti aiutano a crescere. Ad esempio, Cristiano Ronaldo”.
Moise Kean parla anche di come personalmente si prepara per farsi trovare al massimo della condizione, quando mister Massimiliano Allegri opta per lui, evitando errori di superficialità come quando ancora più giovane: “Conto su uno staff che mi segue, personale. Lavoro insieme a loro anche quando non c’è allenamento. Sono quattro persone, ovvero un nutrizionista, un preparatore atletico e specialisti che mi aiutano a migliorare. Non trascuro più niente. Lavoro molto sul ritmo e per evitare sprechi di energia e qualche errore del passato”.
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