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Emanuele Filiberto presidente-papà: così ha punito i suoi ragazzi dopo una rissa

Scritto da
Antonio Papa

Il principe Emanuele Filiberto di Savoia e “del” Savoia ora fa il presidente di calcio, e prende decisioni curiose per punire i suoi ragazzi

Emanuele Filiberto presidente-papà: così ha punito i suoi ragazzi dopo una rissa (Foto: Ansa) – serieanews.com

Sabato scorso è finita male per i ragazzi dell’Under 17 del Savoia. Niente vittoria, niente pacche sulle spalle, ma soprattutto niente scuse per la rissa scoppiata in campo contro il Santa Maria La Carità. Episodi che in molti casi succedono anche ad un livello più alto, ma che in ogni caso vanno sempre puniti in maniera esemplare.

Uno scivolone pesante per una squadra che, nelle intenzioni della società, dovrebbe rappresentare disciplina e crescita. E quando sei il Savoia, con uno stemma che richiama il peso della storia e un presidente come Emanuele Filiberto, le punizioni non possono certo essere banali.

La decisione è stata immediata: niente panchina, niente partite, ma… rastrello e guanti. Sì, perché la prossima settimana, i giovani calciatori si presenteranno sulle spiagge di Rovigliano e della Salera, a Torre Annunziata, per un bel turno di pulizia straordinaria. Niente di simbolico, attenzione. Si parla di una vera operazione di pulizia, con tanto di operatori che insegneranno loro come usare rastrelli e altri strumenti per ripulire la sabbia vulcanica dalle tonnellate di rifiuti che vi si accumulano.

Il messaggio è chiaro, e lo ribadisce anche il comunicato ufficiale del club: “Ci interessa che i nostri giovani, attraverso un gesto dimostrativo, capiscano quanto siano fortunati a giocare a calcio e comprendano l’opportunità che hanno per il loro futuro”. Insomma, nessuna gogna pubblica, ma un modo per far riflettere i ragazzi sul valore delle cose che spesso danno per scontato.

In linea con questa filosofia, la punizione rientra perfettamente nella politica educativa portata avanti dall’Academy Savoia, che non è una semplice scuola calcio. Qui ogni tre mesi i ragazzi devono superare un esame di cultura generale. Chi non passa, lascia il campo. Regole chiare, senza sconti. Educazione, disciplina, rispetto: queste sono le fondamenta su cui si regge il progetto voluto da Emanuele Filiberto e dal suo socio Nazario Matachione.

Il calcio come “ultima spiaggia” di legalità: la scelta del principe

Questi giovani non sono tutti fortunati. Alcuni vengono da contesti difficili, spesso borderline. In periferie come Scampia, lo sport diventa una speranza di riscatto, un modo per sfuggire a realtà pesanti.

Lo sa bene Gianni Maddaloni, maestro di judo, che da anni salva ragazzi dalla strada insegnando loro le regole del tatami. E la stessa filosofia anima il Savoia, che non vuole solo crescere calciatori, ma soprattutto uomini.

Il calcio come “ultima spiaggia” di legalità: la scelta del principe (AnsaFoto) – serieanews.com

L’idea della punizione non è solo un gesto simbolico: è un’esperienza concreta, qualcosa che resti addosso. La sabbia nera di quelle spiagge non si dimentica facilmente, e vedere i rifiuti che ogni giorno vengono gettati senza pensarci due volte aiuterà questi ragazzi a riflettere.

Non è un caso se il comunicato si chiude proprio con queste parole. Perché il Savoia è un simbolo, e chi indossa quella maglia deve saperlo. La punizione sulle spiagge di Torre Annunziata è una piccola lezione di vita che vale più di cento discorsi sul fair play.

Ora sta a loro capire il messaggio e ripartire. Magari più consapevoli. Magari con meno voglia di scazzottarsi in campo e più voglia di giocare. E chissà, forse tra una cartaccia e un pezzo di plastica, qualcuno troverà anche un nuovo motivo per crescere. In fondo, è proprio questo che un club come il Savoia vuole insegnare: nella vita, così come in campo, si può sempre rimettere tutto in ordine. Basta avere gli strumenti giusti e la voglia di usarli.

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