Sembrava tutto fatto, poi è saltato tutto. Ma in estate la storia potrebbe ricominciare, con meno rumore e più concretezza
Ci sono storie di mercato che iniziano come certi flirt estivi: sguardi intensi, promesse sussurrate, persino un mazzo di rose sul tavolo. Poi, al momento di fare sul serio, uno dei due si tira indietro. Il calcio, in questo, è più romantico di quanto si creda.
A gennaio, Pietro Comuzzo era finito nel mirino del Napoli. Difensore classe 2005, rivelazione della Fiorentina e già affacciato alla Nazionale, aveva incantato per personalità e letture difensive. Gli azzurri ci avevano messo la faccia. E soprattutto il portafoglio: 35 milioni di euro sul piatto. Un’offerta che avrebbe fatto vacillare chiunque, tranne Rocco Commisso, che prima ha temporeggiato poi, a mercato praticamente concluso, ha detto di no.
Il Napoli, dopo aver insistito e rilanciato, si è ritrovato spiazzato. Perché non era solo un investimento: era un colpo pensato, inserito nel piano tecnico di Antonio Conte. Un centrale moderno, con testa alta e grande senso della marcatura, in grado di giocare anche in una linea a tre. Ma oltre alla risposta del presidente, c’era da tener conto anche della posizione del giocatore.
Comuzzo non sembrava convintissimo di lasciare Firenze a gennaio. Vuoi per la chiamata azzurra, vuoi per l’ambiente che lo sta facendo crescere con calma. E magari anche perché, tra le righe, sapeva che la Juventus lo stava seguendo con discrezione, senza clamore, ma con grande interesse.
E infatti, eccoci qui. Il Napoli ha virato altrove, scottato dallo schiaffo invernale. La “quota giovane” in difesa sarà affidata a Marianucci dell’Empoli, classe 2004, altro prospetto interessante già bloccato per luglio. Accanto a lui arriverà con ogni probabilità un centrale più esperto, pronto a sfidare Rrahmani per un posto nei tre di Conte.
La Juventus, invece, resta in corsa. Anzi: ora ha praticamente campo libero. Niente aste, niente rilanci a oltranza. Il prezzo? Potrebbe restare quello di gennaio, o forse scendere leggermente: 30-35 milioni. E in ogni caso, il canale con Firenze è ben collaudato: da Bernardeschi a Chiesa, fino a Vlahovic.
Comuzzo potrebbe essere l’ennesimo ad attraversare quell’autostrada. Stavolta però senza tutta la polemica che di solito accompagna certi trasferimenti. Perché c’è il tempo, c’è il contesto, e c’è un ragazzo che ha mostrato maturità ben oltre i suoi diciannove anni. E una piazza, quella di Firenze, che ormai si è abituata, quasi rassegnata, a questa dinamica.
A questo punto la palla passa alla Fiorentina. Trattenere ancora Comuzzo significherebbe blindarlo con un rinnovo e un progetto all’altezza. Ma si sa: certe occasioni, se non le cogli al volo, non tornano. E stavolta, a differenza di gennaio, il ragazzo sembra pronto.
Nel calcio, come nella vita, aspettare a volte è la mossa migliore. Ma serve anche il coraggio di fare il passo, quando la porta finalmente si riapre.
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