Un ritorno clamoroso o un nuovo orizzonte: Sarri è davanti a scelte che accendono la mente e il cuore. Roma resta una carta sul tavolo, ma non è la sola
Non è più un mistero che la Lazio stia seriamente pensando di richiamare Maurizio Sarri dopo l’addio di Marco Baroni. Lotito ha messo il tecnico toscano in cima alla lista: vuole ripartire da lì. Per lui sarebbe un ritorno clamoroso. Ma per Sarri? Mica tanto.
Quando lasciò la Lazio, Sarri non lo fece certo col sorriso. Erano state dimissioni pesanti, arrivate dopo una stagione che, paradossalmente, era stata bellissima: secondo posto dietro al Napoli, Champions conquistata. Poi il crollo, le tensioni, l’addio. Oggi Lotito pensa di resettare tutto, di ripartire da zero. Ma Sarri, da parte sua, ha qualche dubbio. Sul tavolo non ci sono solo i biancocelesti. Anzi, a dire il vero ci sono almeno due proposte che lo stuzzicano molto di più.
Nel frattempo, la Lazio guarda anche ad altri profili. Francesco Farioli è uno di quelli che piacciono: giovane, talentuoso, considerato da molti un tecnico “futuribile”. Però c’è un però. Farioli porta freschezza, certo, ma non dà le stesse garanzie di Sarri, soprattutto se l’obiettivo è qualificarsi subito per l’Europa. E la Lazio, dopo l’ultima stagione, non può permettersi un altro buco nell’acqua.
Le opzioni per Sarri: oltre alla Lazio ci sono Atalanta e Fiorentina
La prima, quella che lo intriga davvero, è l’Atalanta. Qui c’è la possibilità di prendere in mano una macchina già pronta, lanciata a mille, e provare a fare quello che Gasperini non è mai riuscito a portare a casa: lo scudetto. Sarri vede in quella rosa una base fortissima, una struttura solida, e l’idea di essere lui a scrivere una pagina nuova della storia della Dea lo accende. C’è entusiasmo, c’è convinzione, ma c’è anche da battere la concorrenza di altri nomi, su tutti Stefano Pioli che ha preso quota nella giornata di ieri.
Poi c’è la Fiorentina, la scelta di cuore e anche un po’ “nostalgica”, visto che si parla di un possibile arrivo anche di Cristiano Giuntoli per riformare la splendida coppia che a Napoli fece così bene e – ironia della sorte – si fermò proprio a Firenze nella sua cavalcata straordinaria.
Qui il discorso è diverso: Firenze è la città per cui Sarri ha sempre tifato, fin da bambino. E sebbene Daniele De Rossi sia in pole per prendere il posto di Palladino, la dirigenza viola non ha chiuso nessuna porta. Commisso sta riflettendo, e l’idea di affidarsi a un tecnico esperto come Sarri per puntare alla Champions fa gola. Sarebbe un matrimonio romantico, più che strategico. Ma lui, da uomo di calcio, non sottovaluta certo il richiamo del cuore.
Ecco perché la Lazio, alla fine dei conti, rischia di essere la terza scelta. Insomma, la partita è apertissima. Ma attenzione: per Sarri, stavolta, scegliere non sarà solo una questione di contratti o di soldi. È una questione di stimoli, di sfide, di progetti che facciano battere il cuore. E per ora, la Lazio è solo una delle opzioni. Forse neanche la più affascinante.