I nerazzurri sono reduci dal tracollo in Champions League contro il PSG: ed ora è tempo di scelte anche drastiche da parte della società
Una notte che difficilmente sarà dimenticata. Perdere una finale di Champions League è sempre doloroso, ma farlo con un 5-0 netto e imbarazzante contro il Paris Saint-Germain ha tutto il sapore di un punto di non ritorno. A Monaco di Baviera, l’Inter ha toccato uno dei punti più bassi della sua recente storia europea, e il boato dei tifosi parigini si è confuso con il silenzio assordante dei sostenitori nerazzurri.
Questo KO potrebbe rappresentare la fine di un ciclo. E come ogni fine che si rispetti, porta con sé decisioni inevitabili, riflessioni dolorose e volti che – con ogni probabilità – non rivedremo più a San Siro con la maglia dell’Inter.
Chi saluterà l’Inter senza alcun dubbio
Tra le certezze, spiccano Marko Arnautovic e Joaquin Correa, entrambi in scadenza nel 2025 ma senza nessuna intenzione da parte del club di rinnovare i rispettivi contratti. Le prestazioni altalenanti, unite ai problemi fisici e a un impatto decisamente inferiore alle aspettative, hanno spinto la dirigenza nerazzurra a chiudere il capitolo con entrambi.
Anche il prestito di Nicola Zalewski dalla Roma è destinato a chiudersi, ma in senso opposto: salvo sorprese, l’Inter eserciterà il diritto di riscatto da 10 milioni. Il polacco ha convinto, soprattutto per la sua duttilità e freschezza, e potrebbe diventare un tassello utile nella ricostruzione.
Scadenze 2026: tra valutazioni, età e riflessioni aperte
Occhi puntati su una manciata di giocatori chiave che, pur avendo ancora due anni di contratto, si trovano in quella terra di mezzo fatta di età avanzata e dubbi di rendimento. Parliamo di Yann Sommer (36 anni), Matteo Darmian (35), Henrikh Mkhitaryan (36) e Francesco Acerbi (37). Nessuno di loro è ufficialmente sul mercato, ma l’idea del club è di svecchiare la rosa, garantendo al nuovo ciclo più energia e prospettiva.
In questo scenario, le valutazioni saranno tecniche, fisiche e – inutile negarlo – anche economiche. I margini per trattenere qualcuno ci sono, ma non sarà una permanenza a occhi chiusi. E se da un lato l’esperienza fa comodo, dall’altro serve freschezza per ripartire davvero.
Tra possibili offerte e scommesse non riuscite
Il nome che circola con più insistenza è quello di Mehdi Taremi. Arrivato con grandi aspettative, l’iraniano non ha inciso come previsto, chiudendo la stagione con pochi gol e una sensazione di disconnessione con il gioco nerazzurro. Il suo contratto scade nel 2027, ma l’Inter sta seriamente pensando di rimetterlo sul mercato dopo appena un anno.
Discorso diverso per Davide Frattesi, legato fino al 2028. Il centrocampista ha mostrato lampi di qualità ma ha anche fatto capire, più volte, di voler giocare con maggiore continuità. Non è una priorità da cedere, ma di fronte a offerte importanti (Premier League in testa), l’Inter potrebbe anche pensarci.
Infine, resta l’incognita legata ai big. Marcus Thuram, Denzel Dumfries e Alessandro Bastoni sono nomi da tenere sotto strettissimo controllo. Come sempre, la filosofia nerazzurra è chiara: se arriva un’offerta irrinunciabile e il giocatore vuole partire, se ne parla. Ma venderli senza un piano B all’altezza sarebbe un errore da non ripetere.
Il nodo tecnico, intanto, resta legato anche a Simone Inzaghi, il cui contratto scade nel 2026. Il faccia a faccia con la dirigenza è imminente, e molto dipenderà dalle sue intenzioni e da quanto si sentirà ancora dentro al progetto. Quel che è certo è che l’Inter si trova a un bivio, forse il più importante degli ultimi anni. Ripartire sì, ma come e con chi? La prossima stagione si costruisce oggi, nel silenzio degli uffici, ma con l’eco ancora vivo di quella serata da dimenticare a Monaco.