
È cominciato tutto a Monaco di Baviera, ma non è il solito film da Champions. Stavolta la Juventus ha scelto di ripartire da lì per segnare un punto di svolta, lontano dai riflettori ma con le idee piuttosto chiare. In una suite riservata non distante dall’Allianz Arena, dove poche ore prima il PSG aveva sollevato la coppa dalle grandi orecchie, John Elkann, Giorgio Chiellini e Damien Comolli si sono incontrati per gettare le basi di un progetto destinato a cambiare volto al club.
La prima scossa è arrivata in alto: dopo settimane di tensioni sotterranee e visioni divergenti, Cristiano Giuntoli ha lasciato il timone dell’area sportiva. Il suo addio non è stato un fulmine a ciel sereno, ma piuttosto il culmine di una frattura mai sanata con Elkann, che ha deciso di dare pieno mandato a Comolli, ex Tolosa, uomo di dati, metodo e rigore. L’obiettivo? Voltare pagina e portare la Juventus in un’era nuova, dove la parola chiave sarà “sostenibilità” — sia nei conti che nel gioco.
Prima Conte, poi Gasperini: ma nessuno viene a Torino
La ricerca del nuovo allenatore è diventata quasi una telenovela. Il primo nome a saltare fuori è stato quello di Antonio Conte, ancora amatissimo dalla tifoseria nonostante gli anni all’Inter e al Tottenham. Un ritorno in grande stile sembrava possibile, ma alla fine è stato lui stesso a tirarsi indietro: troppo forte il legame con Napoli e troppo rischioso un ritorno in un ambiente che conosce fin troppo bene.

Poi è toccato a Gian Piero Gasperini, autore di una stagione storica con l’Atalanta. Anche qui, le trattative sono partite con entusiasmo ma si sono infrante contro la proposta della Roma, che gli ha offerto carta bianca e un progetto tecnico molto vicino alla sua idea di calcio. Due “no” pesanti, che hanno spinto la Juventus a guardare più in casa che fuori.
Tudor resta? Occhio a Marco Silva (e un’ombra chiamata Pioli)
In questo scenario, il nome più solido sul tavolo resta quello di Igor Tudor. Il tecnico croato ha chiuso in crescendo una stagione disordinata, trovando l’appoggio di gran parte dello spogliatoio e convincendo anche i piani alti che forse, prima di cambiare, è meglio valutare cosa si ha in casa.
Damien Comolli, fresco di insediamento, vuole osservare da vicino il lavoro quotidiano di Tudor prima di decidere se confermarlo almeno fino al Mondiale per Club (14 giugno – 13 luglio). Ma dietro le quinte ci sono movimenti. Marco Silva, attualmente al Fulham, è stato contattato e resta una pista viva.
Il suo stile propositivo piace a Comolli e rappresenterebbe un cambio netto rispetto al recente passato bianconero. Più defilato, ma da non escludere del tutto, Stefano Pioli. E c’è chi sussurra che anche Roberto Mancini non disdegnerebbe un ritorno su una panchina di club. Un intrigo tutto da seguire, dove nulla è scontato.
Nel frattempo, la Juventus prova a ritrovare sé stessa. E forse è proprio questo il punto: più che trovare subito la soluzione perfetta, serve tempo per capire quale identità voglia davvero costruire il club. La vera sfida, per Elkann e i suoi, non è solo scegliere l’allenatore. È ridefinire cosa significa, oggi, essere la Vecchia Signora. E voi, che idea avete della Juve che verrà?