Gravina rischia di fallire per la terza volta, Ranieri dice no alla Nazionale e Sinner spreca la finale al Roland Garros: i flop della settimana secondo Enrico Camelio
A volte il problema non è solo chi sbaglia, ma anche chi rinuncia. Ci sono settimane in cui i nomi fanno più rumore dei risultati. Non per forza perché hanno fatto disastri, ma perché non hanno fatto abbastanza. O perché hanno scelto di non fare, che a volte è ancora peggio.
Nella Flop Parade di questa settimana, ci sono tre personaggi che – per motivi molto diversi – si prendono il centro della scena. Il primo è il simbolo di un’epoca grigia, il secondo ha detto no a un sogno per restare nella comfort zone, e il terzo… beh, il terzo ci ha lasciati a bocca aperta in una finale che sembrava già vinta.
1) Gabriele Gravina: cronaca di una disfatta annunciata
C’è chi rovina una partita, chi rovina un torneo… e poi c’è Gravina, che ha rischiato (e sta ancora rischiando) di rovinare una generazione intera. Da quando c’è lui al comando, l’Italia non è mai andata ai Mondiali. E ora, con Euro 2024 alle porte, c’è pure il rischio concreto che salti anche il prossimo.

Due Mondiali saltati (e il terzo a rischio) non possono essere una coincidenza. Una volta è sfortuna, due è un problema, tre è gestione fallimentare. Oggi un ragazzo di 14 anni potrebbe vedere il suo primo Mondiale a 18, forse addirittura a 22. Un’intera adolescenza senza neanche un’Italia in campo. Ma vi pare normale?
Io, sedici anni fa, avevo ancora i capelli. Oggi Gravina è ancora lì, incollato alla poltrona, e ha problemi enormi nel trovare il nuovo CT. Ma il calcio italiano, nel frattempo, ha perso tempo, visione, identità.
2) Claudio Ranieri: il sogno lasciato in panchina
Fa male dirlo, perché Ranieri lo abbiamo sempre stimato e voluto bene. Ma stavolta il suo “no” alla Nazionale è stata una delusione cocente. Ha detto no al sogno di una vita. E per cosa? Per la paura del contesto romano, per i timori di pressione mediatica, forse anche per accontentare la moglie, che giustamente a quasi 75 anni vorrebbe godersi un po’ di pace domestica.
Ma Claudio è sempre stato uno che ci ha messo la faccia. Uno che ha affrontato sfide impossibili, che ha salvato squadre disperate, che ha vinto una Premier con il Leicester e sfiorato una grande impresa con la Roma. E adesso, proprio lui, che era l’uomo perfetto per il dopo Spalletti, si tira indietro? Stavolta, non è stato coraggioso. È stato, passaci il termine, un po’ zerbino.
3) Jannik Sinner: caldo, troppo caldo
E infine, ci tocca metterci anche lui. Jannik Sinner, che amiamo alla follia, ma che nella finale del Roland Garros ha sciupato tutto. Tre match point buttati, una partita che sembrava in pugno e che invece gli è scivolata dalle mani come una racchetta sudata.
Non è stato freddo. Anzi, è stato troppo caldo, nervoso, meno lucido del solito. E in uno sport come il tennis, quando non tieni la testa dritta, il conto arriva salato. Stavolta è arrivato tutto insieme: errori, cali di tensione, pressione. Per uno che viene considerato il simbolo della solidità mentale, è un piccolo (ma pesante) passo falso. Passerà, certo. Ma intanto, per questa settimana, il tapiro dorato e “roscio” è tutto suo.
La Flop Parade stavolta non punisce solo l’errore. Ma l’occasione mancata. E quelle, si sa, fanno ancora più male.