Il calciomercato estivo ha preso il via, ma in casa Lazio il silenzio è assordante. Nessun colpo, nessuna reale prospettiva, solo un passivo di bilancio pesante che blocca ogni possibile manovra, a meno di cessioni importanti o un improbabile aumento di capitale. In un contesto già complicato, alla squadra biancoceleste non resta che aggrapparsi all’unico vero “acquisto” di rilievo: Maurizio Sarri, tornato in panchina dopo la breve parentesi targata Marco Baroni.
Ma basterà il tecnico toscano a ridare identità e ambizioni a una squadra che rischia seriamente di perdere terreno e ambizione? Tra scelte discutibili, limiti strutturali della rosa e un ambiente sempre più difficile da gestire, il futuro della Lazio è tutto da scrivere. E non sembra promettere nulla di buono. Ne abbiamo parlato con Marco Ercole, penna storica e autorevole del portale calcistico LaLazio.com.
Mercato Lazio: cosa ne pensi?
Quello della Lazio è un non mercato. La società, che ha sempre vantato conti in regola e assenza di debiti, si ritrova con un passivo di bilancio pesantissimo che, di fatto, le impedisce di fare mercato, a meno che non vengano effettuate una lunga serie di cessioni oppure, in alternativa, non venga fatto un aumento di capitale, evento mai accaduto nel corso dell’era Lotito. Delle prospettive che non lasciano ben sperare.
La rosa attuale può essere sufficiente?
Sarebbe molto arrogante e presuntuoso pensare davvero che la rosa sia perfetta e che l’unico responsabile del fallimento dell’anno scorso sia l’ex allenatore Marco Baroni. Lui aveva fatto un ottimo lavoro per gran parte della stagione, vanificato nel finale per un calo vistoso a livello fisico e mentale, che ha messo in luce gli enormi limiti tecnici dell’organico biancoceleste. Dei limiti che, per quanto Sarri possa essere bravo, non possono essere cancellati con una nuova guida in panchina. Il rischio è di assestarsi su un livello medio-basso di classifica, anche perché molte concorrenti stanno proseguendo nel loro percorso di crescita, altre stanno arrivando sullo stesso livello e da qui a breve la Lazio potrebbe ritrovarsi in una posizione anonima da metà classifica. Sarebbe un vero peccato dopo essere arrivati più volte negli ultimi anni a un passo dal definitivo salto di qualità, mai realizzato.
Cosa può dare in più Sarri rispetto a Baroni?
Di certo Sarri rappresenta una garanzia e la miglior opzione possibile nel momento in cui si è deciso di salutare Baroni e interrompere dopo solamente un anno il “progetto triennale” che era stato paventato l’estate scorsa. Sarri è un allenatore che è in grado di tirare fuori il meglio dai giovani, ma che al tempo stesso ha bisogno di lavorare a lungo per fare in modo che vengano recepiti al meglio i suoi dettami tattici. Nella Lazio parte da una base già solida, ma dovrà applicare gli stessi concetti sui tanti nuovi giocatori che troverà rispetto al suo primo mandato.
L’organico è adatto al 4-3-3 di Sarri
Con qualche piccolo adattamento sì, i giocatori a disposizione possono essere funzionali per il 4-3-3 di Sarri, anche se ci sono alcune posizioni in cui c’è abbondanza almeno a livello numerico e altre in cui gli interpreti sono un po’ troppo pochi. Ad ogni modo, accontentandosi ci sono delle basi su cui poter lavorare.
Come si gestisce l’ambiente?
Anche in questo caso tutto ricade sulle spalle di Sarri. Già una volta il tecnico era riuscito a ricompattare l’ambiente, ci dovrà provare di nuovo in una situazione ancora più complicata. Non sarà semplice, serviranno dei risultati e al tempo stesso un atteggiamento diverso da parte della proprietà. Non proprio una passeggiata.