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Calcio Internazionale

Super-sub, gamer n.1 al mondo, il matrimonio 10 giorni fa: così ricorderemo Diogo Jota

Scritto da
Antonio Papa

Una notizia che lascia senza fiato, quella della morte di Diogo Jota. Un ragazzo vero dentro e fuori dal campo con tanti interessi e tante curiosità sul suo conto. Lo ricorderemo così

Super-sub, gamer n.1 al mondo, il matrimonio 10 giorni fa: così ricorderemo Diogo Jota (foto: Ansa) – serieanews.com

Un silenzio improvviso, di quelli che tagliano l’aria e non fanno rumore, ha attraversato la giornata del 3 luglio. A Zamora, nel cuore della Spagna, un incidente stradale ha spezzato la vita di Diogo Jota e di suo fratello André. Non c’è stato nulla da fare: l’auto è uscita di strada, ha preso fuoco, e con lei se ne sono andati due ragazzi. Uno dei quali era molto più che un calciatore.

Ci sono giocatori che si ricordano per i trofei, altri per le polemiche, altri ancora per un gol. Jota rientrava in un’altra categoria: quelli che si fanno voler bene. Da chi li guarda, da chi li studia, da chi ci gioca contro alla PlayStation. Perché la sua era una di quelle storie semplici e luminose, dove la passione non ha mai ceduto il passo all’apparenza. Ecco chi era Diogo Jota e che vuoto lascerà nei cuori di chi lo ha amato.

Quando il Liverpool lo acquistò dal Wolverhampton, in tanti si chiesero se fosse davvero pronto per il salto. Ha risposto a modo suo: segnando. Ma non solo: segnando subito. Come quel gol al Midtjylland in Champions, che non era un gol qualunque, ma il numero 10.000 della storia dei Reds. Un momento simbolico, da collezione.

E se serve un altro esempio della sua puntualità: contro il Nottingham Forest, a gennaio 2025, Jota segna dopo 22 secondi dal suo ingresso in campo. Nessuno nella storia della Premier League aveva mai segnato così in fretta da subentrato. Super-sub per definizione, con il cronometro in mano e la porta nel mirino.

Ma la sua vita non si fermava al campo.

Diogo Jota, che tragedia: si era sposato 10 giorni fa

Quando era infortunato, trovava energia altrove. Per esempio nella console. In FIFA 21 non solo giocava: dominava. È arrivato n.1 al mondo nella classifica online di PlayStation, creando persino un suo team professionistico di e-sports, i Luna Galaxy. Non un hobby: un’altra carriera parallela, portata avanti con la stessa serietà del campo.

Diogo Jota, che tragedia: si era sposato 10 giorni fa (LaPresse) – serieanews.com

E anche dietro il nome “Jota” c’è una storia da raccontare. Il suo vero nome era Diogo Josè Teixeira da Silva, ma quando ha iniziato a farsi strada nei settori giovanili, tra tanti Diogo e tanti Silva, ha deciso di cambiare. Si è fatto chiamare con l’iniziale del suo secondo nome, Jota appunto, e da lì in poi non ha più avuto bisogno di spiegazioni.

Fuori dal campo, Diogo era un uomo tranquillo. Padre di tre figli avuti con la sua Rute, legato alle sue origini e ai suoi sapori. Nonostante la fama, amava ancora l’arroz de cabidela, un piatto tradizionale portoghese con pollo, riso e sangue. Un gusto antico, da uomo di terra.

Ma il retroscena davvero scioccante riguarda la sua vita privata. Dieci giorni prima della tragedia, Diogo Jota aveva coronato uno dei momenti più felici della sua vita: il matrimonio con Rute Cardoso, la sua compagna storica e madre dei suoi tre figli. Il 22 giugno 2025, tra sorrisi, amici e famiglia, si erano giurati amore eterno.

Nessuno poteva immaginare che quella promessa, così luminosa e piena di futuro, sarebbe diventata l’ultimo grande capitolo della loro storia insieme. E oggi, quella didascalia “A day we will never forget” assume un retrogusto molto più amaro.

Era questo il suo segreto: fare le cose con sincerità. Correre, giocare, segnare, perdere tempo su FIFA, ridere coi figli. Jota non sembrava mai artefatto. E ora che se n’è andato così presto, resta la sensazione che il calcio abbia perso uno dei suoi ragazzi migliori. Ma per noi che amiamo il calcio e che vediamo questi ragazzi come delle persone di famiglia, è uno shock ogni volta che ci lascia uno qualunque di loro. Che sia Diego Armando Maradona o un qualunque altro calciatore che abbiamo nel nostro cuore.

Esattamente come Diogo Jota. Uno che sapeva segnare in 22 secondi, ma lasciava il segno per molto più.

Descanse em paz, Diogo.

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