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Mercato in tilt, top club nel panico: l’inchiesta di Alessia Gentile fa tremare la Serie A

Scritto da
Sophia Settembrini

Tra le firme più seguite di TvPlay.it, Alessia Gentile ci guida dentro le crepe del calciomercato italiano: dalle tensioni in casa Inter alle strategie della Juve, passando per l’addio inevitabile di Osimhen e lo smacco del Milan superato dal Fenerbahçe. Un’intervista schietta, lucida e senza giri di parole.

Inter, questione centrocampo: Calhanoglu resta un’incognita, Asllani blocca il mercato: quanto pesa un impasse del genere sul club nerazzurro?

L’Inter non viene sicuramente da un buon momento, la finale di Champions League persa contro il PSG e la ‘brutta’ uscita dal Mondiale per Club ancora portano qualche scoria ma non solo: hanno anche fatto emergere alcune criticità che magari nel corso della stagione erano rimaste per lo più nascoste come “polvere sotto al tappeto”, anche per mancanza di tempo e modo per affrontare una situazione potenzialmente complicata. Poi, con l’addio di Simone Inzaghi, è come se una bolla fosse scoppiata.

A preoccupare l’ambiente nerazzurro è al momento proprio la situazione legata ad Hakan Calhanoglu, piuttosto che quella di Asllani – che ha fatto intendere di non voler lasciare la Serie A ma che non ha chiuso totalmente ad un’eventuale cessione. Tanto gravita perciò intorno al turco che di fatto, se resterà, dovrà continuare a metterci il 110% come fatto fino a questa stagione. La paura è che qualcosa possa essersi rotto e che l’Inter non abbia troppo margine di tempo per provare a ricucire.

Da un lato c’è l’Inter con Calhanoglu, dall’altro c’è la Juve bloccata da Dusan Vlahovic: come impatta la posizione del serbo sulla strategia bianconera?

Quella di Vlahovic con la Juventus è una situazione in realtà un po’ diversa rispetto alla situazione di Hakan Calhanoglu. Il nerazzurro ha fatto intendere di essere aperto alla cessione, mentre l’attaccante bianconero non vuole rinunciare all’aumento dell’ingaggio e vorrebbe perciò arrivare alla scadenza naturale del contratto nel 2026. Volontà questa che mette inevitabilmente in una posizione molto difficile la stessa Juve.

Non dobbiamo dimenticare che la Juve per Vlahovic ha investito una cifra alta comprandolo dalla Fiorentina – di oltre 80 milioni – quindi perderlo a parametro zero sarebbe un danno enorme. Già al momento la cifra che si può ricavare da una sua eventuale cessione è inferiore rispetto alle aspettative, ma perderlo a zero sarebbe ancora più grave. Poi c’è anche da dire che se Vlahovic non parte, allora la Juve non può neppure investire su un altro profilo.

Non è di sicuro un quadro semplice ma il club a mio parere si trova al momento ad un bivio: o cerca la via diplomatica e prova a trovare in tutti modi una possibile soluzione – valutando eventualmente anche un’ipotetica rescissione per alleggerire le casse dall’ingaggio; o propende per lo braccio di ferro, con la consapevolezza però del rischio di dover poi portare fuori rosa un giocatore come Dusan fino alla fine della stagione.

Passando ad un altro attaccante che sta tenendo banco in Serie A: Osimhen davvero non può più dare il suo contributo al Napoli?

Osimhen, a mio parere, potrebbe dare un contributo importante in qualsiasi top club. L’attaccante ha qualità e fiuto del gol indiscutibili e non è un caso che la Juventus lo abbia seguito in tutti questi mesi. Come non è un caso che il Napoli, nonostante la scadenza del contratto nel 2026, continui a chiedere per lui una cifra non inferiore ai 70 milioni.

Però è come se con il Napoli stesso e soprattutto con Aurelio De Laurentiis qualcosa si fosse rotto; è come se lo strappo fosse troppo ampio per essere ricucito. Altrimenti sarebbe rimasto già dalla scorsa stagione e avrebbe guidato l’attacco azzurro sotto la guida di Antonio Conte.

Situazioni come questa vanno quindi oltre il campo e incidono troppo nella testa dei diretti interessati e di rimando nell’intero spogliatoio. È come se l’esperienza di Osimhen al Napoli fosse inevitabilmente e in un certo senso anche naturalmente terminata. Bisognerà solamente comprendere se il Galatasaray riuscirà fino alla fine ad affondare il colpo.

Milan superato dal Fenerbahçe per Brown: è sinonimo di una perdita enorme di appeal del campionato e del calcio italiano?

Quanto successo con Brown ha di sicuro spiazzato chiunque: il Milan, ovviamente, ma anche gli appassionati di calcio e del campionato italiano. Tutto è successo in una notte e il cambio di rotta nella decisione del giocatore ha fatto sorgere inevitabilmente delle domande. Ricordiamo che Brown è pur sempre un classe 2002 e forse fino a qualche anno fa nessun 23enne avrebbe rifiutato un club di spessore come il Milan per andare a giocare in Turchia – senza nulla togliere alla lega turca ovviamente.

Io credo che incida l’aspetto economico, con i club di Serie A – anche i maggiori – che hanno sempre meno margine di manovra in termini di offerte e ingaggi. Però bisognerebbe ritrovare l’hype di qualche anno fa. Se ti chiama il Milan – così come la Juventus, l’Inter e le altre ai vertici – non puoi avere dubbi. A maggior ragione se sei nel pieno della carriera. Purtroppo però, negli ultimi anni, questo ragionamento è stato fatto per lo più da calciatori italiani (come Ricci ad esempio) e sempre meno dai profili esteri. Per questo servirebbe un rilancio che, evidentemente, non può più essere rimandato.

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