Una partita estiva che sembra anticipare qualcosa. Il Milan si scopre già squadra e regala spunti a sorpresa. Allegri osserva, annota e sorride. E forse ha già in mente il suo undici ideale
C’è un momento preciso in cui un’amichevole diventa qualcosa di più. Non per il risultato in sé, ma per il modo in cui arriva. Per come una squadra si muove, per cosa lascia intravedere. A Hong Kong, il Milan batte il Liverpool 4-2 e si porta a casa molto più di una vittoria estiva: si porta certezze, esperimenti riusciti, nomi da riscoprire. E un’idea di squadra che inizia ad avere un suo profilo.
Partiamo da chi doveva esserci, e c’è. Rafael Leao (oggi da prima punta)è la scommessa che Allegri sembra voler giocare fino in fondo. Non è un centravanti classico, non lo sarà mai. Ma se si tratta di attaccare gli spazi e devastare in campo aperto, è perfetto. Contro il Liverpool, segna dopo 10 minuti con un sinistro sotto la traversa e poi fa tutto quello che un attaccante moderno dovrebbe fare: detta i tempi, salta l’uomo, fa respirare la squadra.
Accanto a lui brilla Loftus-Cheek, ormai sempre più colonna del centrocampo. Anche qui, Allegri non ha dubbi: lo vuole nel cuore della manovra. L’inglese segna il 2-1 con un inserimento da manuale, ma è tutto il suo rendimento a parlare: equilibrio, fisicità, e la sensazione che quando lui sta bene, tutto il Milan gira.
Una serata da raccontare, insomma. Non perché dica già tutto, ma perché lascia qualcosa. E in estate, quando il calcio conta poco ma pesa tanto, non è poco.
Nessuno si aspetta che il Milan giochi stabilmente a tre dietro. Manca ancora mezza difesa titolare, i terzini veri non ci sono. Ma il 3-5-2 visto nel primo tempo ha funzionato meglio del previsto. Permette a Leao di avere più libertà, copre meglio in fase difensiva e dà ampiezza con i quinti.
Non è la rivoluzione del modulo, piuttosto una variazione sul tema del 4-3-3 che sarà il punto di partenza del Milan allegriano, un diversivo utile per gestire alcune fasi delle partite più complicate. Ma Allegri ci sta lavorando, e si vede.
Il nome che rappresenta una piacevole conferma è quello di Saelemaekers. Sicuramente resterà per far parte delle rotazioni, ma così rischia di diventare un fattore importante. Oggi entra e si prende la scena. Il terzo gol nasce da una sua progressione centrale e un assist chirurgico per Okafor. Sta bene, ha voglia e sembra pronto a diventare l’alternativa vera a Pulisic. Ma non solo: è anche un jolly utile per cambiare modulo a partita in corso.
E poi c’è Noah Okafor, l’altro protagonista a sorpresa. Entra nella ripresa e fa doppietta: prima sfrutta un gran pallone di Saelemaekers, poi chiude il match sul 4-2 con un altro destro secco. Il tutto in meno di mezz’ora. Okafor è un oggetto ancora un po’ misterioso per questo Milan, ma si è messo in mostra. Forse per restare, forse per il mercato in uscita. Ma se serviva un segnale, lo ha dato eccome.
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