Arriva coi soldi di Douglas, ma c’è un problema: il suo club ce l’ha a morte con la Juve

Il piano è già scritto, il giocatore c’è, l’allenatore lo vuole. Solo che il club da convincere non ha ancora digerito uno sgarbo recente. E non dimentica…

Douglas Luiz urla
Arriva coi soldi di Douglas, ma c’è un problema: il suo club ce l’ha con la Juve (LaPresse) – serieanews.com

Una delle più grandi imprese della Juventus in questa sessione non sarà un colpo in entrata. Sarà un’uscita. E pure complicata. Perché liberarsi di Douglas Luiz non è affatto semplice, soprattutto dopo l’operazione da 50 milioni scritta a bilancio appena un anno fa.

E adesso, con l’aggravante del suo mancato arrivo al raduno, la situazione si è fatta ancora più spinosa. Non solo economicamente, anche a livello gestionale. Un giocatore così non lo vendi facilmente, ma qui non si tratta nemmeno più di scelta. È una necessità.

Anche Tudor è in attesa. Aspetta che si liberi lo slot, perché il centrocampista da inserire ce l’ha già in mente. Ha fatto un nome preciso, lo vuole lui: Morten Hjulmand. Uno che lo Sporting Lisbona non molla a cuor leggero.

Per molti in Italia è ancora “quello che stava al Lecce”, ma da allora ne ha fatta di strada. È diventato il capitano della squadra che è stata anche di Gyokeres, altro (ex) sogno proibito bianconero, è cresciuto, si è completato. Mediano di rottura, ma con doti anche da regista. Un equilibratore, uno affidabile. E Tudor lo conosce bene.

Hjulmand piace alla Juventus, ma lo Sporting è ancora arrabbiato

Il punto, però, è che non basta volerlo. Hjulmand ha una clausola – fuori dal mondo – da 80 milioni e una valutazione reale che lo Sporting non sposta sotto i 60. Troppi per la Juve. I dirigenti sperano di portare la cifra a 40, magari con una formula creativa. Ma intanto c’è un problema ancora più grosso. E ha a che fare con la fiducia.

Morten Hjulmand con la maglia dello Sporting
Hjulmand piace alla Juventus, ma lo Sporting è ancora arrabbiato (AnsaFoto) – serieanews.com

Perché lo Sporting ce l’ha con la Juve. E ha tutte le ragioni per non fidarsi. Il riferimento è alla trattativa per Alberto Costa, che a un certo punto sembrava fatta. I portoghesi avevano puntato su di lui, era tutto apparecchiato. Poi, all’ultimo, il Porto è entrato in scena con una mossa rapida: 4 milioni più Joao Mario e l’accordo con Costa è sfumato. Risultato? Costa al Porto e Sporting beffato. Il che non è piaciuto. Anzi, ha lasciato il segno.

Adesso rimettersi seduti con quelli lì non sarà facilissimo. Servirà diplomazia, magari anche un gesto di distensione. Non bastano offerte e bonifici: qui bisogna prima ricucire. Far capire che non è stata una mossa calcolata, ma una sovrapposizione di eventi. Il rischio è che anche Hjulmand venga trattato come un pretesto per tirare su il muro. E allora l’affare si complica.

La Juve, comunque, non ha fretta. O meglio: prima deve sistemare Douglas. Il suo addio non è più solo una voce, è una condizione. Solo dopo si potrà parlare seriamente di sostituirlo. Tudor intanto aspetta, e ha le idee chiare. Ma prima della tecnica, servirà politica.

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