Lazio, Sarri revolution: la nuova idea è un ritorno al passato remoto

Un allenatore che torna dove tutto è cominciato. Un modulo che profuma d’altri tempi ma può ancora funzionare. La Lazio cambia pelle, riscoprendo il passato per costruire il futuro

Maurizio Sarri dà indicazioni dalla panchina
Lazio, Sarri revolution: la nuova idea è un ritorno al passato remoto (AnsaFoto) – serieanews.com

Quando qualcosa non gira, si torna da dove si è partiti. Succede nella vita, succede nel calcio. E stavolta sta succedendo anche a Maurizio Sarri, che dopo una carriera costruita sull’identità ferrea del 4-3-3, sta valutando un salto indietro nel tempo.

Non un azzardo, ma un richiamo alle origini. Perché il 4-3-1-2, oggi tornato di moda a Formello come possibile chiave per sbloccare la fase offensiva della Lazio, è in realtà un vecchio compagno di viaggio. Il primo vero modulo sarriano in Serie A, ai tempi dell’Empoli, quando la sua squadra incantava tutti per qualità e organizzazione. Lì, nel cuore di quell’impianto tattico, c’era Riccardo Saponara. Un trequartista classico, rilanciato e valorizzato come pochi prima e dopo.

Ai suoi esordi nel massimo campionato, Sarri si presentò con un’identità già chiara. Il 4-3-1-2 dell’Empoli non era solo un modulo, era un manifesto di idee: difesa alta, palleggio, verticalizzazioni improvvise. Un sistema che prevedeva un trequartista vero e due punte che si muovevano in sincronia.

A Napoli provò a replicarlo, tentando di adattare Insigne in quella posizione tra le linee. Esperimento fallito. Il talento napoletano era troppo legato alla fascia e così nacque, quasi per necessità, il 4-3-3 che avrebbe segnato tutta l’ascesa della carriera di Sarri. Ma ora, dopo un decennio, quel vecchio modulo potrebbe tornare utile.

Lazio, Sarri e il 4-3-1-2: gli uomini chiave e le incognite

La Lazio di oggi ha un problema evidente: il mal di gol. I test contro Avellino, Primavera e Fenerbahce hanno messo in luce una sterilità offensiva difficile da ignorare. La fase difensiva ha fatto passi avanti, ma davanti manca incisività.

Mattia Zaccagni con la maglia della Lazio
Lazio, Sarri e il 4-3-1-2: gli uomini chiave e le incognite (AnsaFoto) – serieanews.com

Da qui l’idea del Comandante: provare qualcosa di nuovo. Anzi, di vecchio. Il 4-3-1-2 offre meno ampiezza ma più compattezza. Castellanos e Dia – o Noslin – potrebbero completarsi meglio se schierati in coppia.

E soprattutto, sulla trequarti, c’è un nome che stuzzica la fantasia di Sarri: Zaccagni. Per intelligenza calcistica, duttilità e visione, potrebbe essere lui il nuovo Saponara, anzi diciamo pure la sua evoluzione. Un’ipotesi tutt’altro che azzardata, vista anche la sua voglia di contribuire da capitano vero, sfumato l’interesse del Napoli, in quella che sarà una stagione difficile per la Lazio.

Pedro è la prima alternativa naturale come trequartista, con Vecino e Dele-Bashiru pronti ad adattarsi all’occorrenza. Cancellieri può essere la seconda punta più leggera in partite più aperte o comunque uno degli uomini per passare, alla bisogna, al 4-3-3. Le opzioni non mancano, ma la Lazio dovrà fare i conti anche con chi rischia di restare fuori. Uno su tutti: Isaksen.

L’esterno danese, frenato da un infortunio fastidioso, fatica a trovare spazio in questo nuovo assetto. E il mercato continua a corteggiarlo. Un altro segnale che il 4-3-3, con le sue ali pure, potrebbe davvero finire in soffitta. Per ora. Perché se è vero che Sarri non rinnega mai le sue convinzioni, è anche vero che ha sempre saputo adattarsi quando necessario. E stavolta, per tornare a segnare, potrebbe essere l’unica via. La rivoluzione tattica è cominciata. Ma forse è più giusto chiamarla con il suo nome: un ritorno al passato remoto.

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