Non sempre servono milioni per rinforzare una squadra. Il Napoli sta per prendere una decisione figlia anche di valutazioni che prescindono dal mercato
Sembrava già tutto fatto. Accordo vicino, cifre definite, ruolo chiaro. Juanlu Sanchez, terzino destro del Siviglia, doveva essere il vice Di Lorenzo nel Napoli di Conte. Un affare in dirittura, che invece si sta sgonfiando giorno dopo giorno, come succede in estate quando certi binari sembrano tracciati e invece ti ritrovi al capolinea prima ancora di salire sul treno. Ma no, non è questione di soldi.
Il Napoli, come già successo con Ndoye, ha scelto di non forzare la mano di fronte a un rilancio dalla Premier. Non ha accettato di entrare in un’asta. Ma questa volta la motivazione è ancora più profonda e meno raccontata: il vero motivo è che nel ritiro di Dimaro e poi in quello di Castel di Sangro, sta emergendo un nome che a Napoli c’è già. Non serve comprarlo. Serve solo crederci.
Classe 2000, emiliano di Carpi, Alessandro Zanoli è a Napoli da quando aveva 18 anni. Lo prese Giuntoli, con l’occhio di chi sa che per fare il titolare in Serie A serve pazienza, fisico e carattere. E in effetti Zanoli ha fatto la trafila: prima qualche partita da comprimario, poi i prestiti giusti al momento giusto. Sampdoria, Salernitana, Genoa. Tre tappe, tutte in Serie A. Sempre in crescita. Sempre a testa alta.
In questi anni ha accumulato minuti, fiducia, botte e qualche assist. Ha sbagliato, ha imparato. E ora, nel primo Napoli di Antonio Conte, sta facendo vedere qualcosa che finora era rimasto sotto traccia: la versatilità.
Zanoli terzino “speciale”: Conte lo vede come jolly di fascia
Col Brest, nell’amichevole più vera del ritiro, Conte lo ha schierato esterno alto a sinistra. Non per disperazione ma per convinzione. Zanoli può giocare a tutta fascia, può adattarsi a sinistra e può pure fare l’esterno offensivo a destra. Proprio come faceva spesso a Genova, dove ha chiuso l’anno con più continuità e qualche lampo, attirando anche l’attenzione di qualche squadra importante.
Un po’ come Spinazzola lo scorso anno: nato terzino, cresciuto come alternativa offensiva. E in una stagione che si preannuncia lunga, con tre competizioni e un gruppo in fase di ricostruzione, avere in rosa un giocatore così può fare tutta la differenza del mondo. Specialmente se quel giocatore non occupa slot da over e – ancora meglio – è cresciuto nel vivaio.
Conte non guarda i nomi, guarda la fame. E Zanoli, in questi giorni, ha dimostrato di averne. Corre, pressa, non molla. Sa cosa vuol dire aspettare il proprio momento, e forse per questo ora lo sta vivendo al massimo. Altro che rincalzo, altro che tappabuchi. Alessandro si sta guadagnando il campo, e il Napoli sta capendo che forse non serve pescare altrove ciò che già si ha in casa.
Mollare Juanlu Sanchez non è un ridimensionamento. È una presa di coscienza. Una di quelle rare volte in cui non serve spendere per migliorare: basta aprire gli occhi. E fidarsi di chi ha già fatto la gavetta, senza mai fare rumore. La vera alternativa a Di Lorenzo non arriva dalla Liga. È sempre stata lì.