La Juve ha una urgenza di non poco conto: è l’attacco, da ricostruire quasi da zero tra il problema Vlahovic e David che non si sblocca
C’è un problema che alla Continassa non si può più ignorare, e non riguarda solo numeri e statistiche. Il reparto offensivo della Juventus è a oggi un cantiere aperto, e la sensazione è che si stia cercando di correre ai ripari, ma con il fiato corto. Con Vlahovic vicino all’uscita e Jonathan David unico attaccante disponibile e realmente coinvolto nel nuovo progetto di Tudor, il rischio di affrontare l’inizio stagione con il fiammifero in mano è reale.
L’ex Lille, arrivato con buone credenziali e con numeri importanti in Ligue 1, deve ancora dimostrare di poter essere decisivo in Serie A. E nel frattempo, chi dovrebbe affiancarlo? La dirigenza bianconera, guidata da Damien Comolli, sta cercando di muoversi in fretta. I numeri parlano chiaro: settimo attacco della Serie A nelle ultime due stagioni, un dato che non può lasciare tranquilli.
Ma serve più di un’aggiustatina: serve una vera e propria rivoluzione offensiva. E le due storie che si intrecciano – quella in uscita di Dusan Vlahovic e quella (possibile) in entrata di Randal Kolo Muani – rischiano di definire gran parte del destino della Juventus per l’annata alle porte.
Si cerca una sistemazione per Vlahovic
La situazione del numero 9 serbo è una delle più spinose dell’intera estate bianconera. Vlahovic, che avrebbe dovuto rappresentare il cuore pulsante dell’attacco juventino per anni, oggi è un giocatore ai margini. Non perché manchino le qualità – anzi – ma per un insieme di fattori economici e tattici che rendono complicata la sua permanenza.
A partire da quel contratto pesantissimo, firmato nel 2022, che gli garantisce 12 milioni netti nel 2025-26. Una cifra fuori portata per il nuovo corso del club. Al momento il serbo ha detto no a tutto: Fenerbahce, Arabia Saudita, persino al Milan. Non solo per una questione tecnica, ma soprattutto economica: non vuole rinunciare a un solo euro.
E senza offerte concrete e convincenti, la Juve si ritrova col cerino in mano. Difficile immaginare una sua partenza a meno di 20 milioni, e quasi impossibile accettare una minusvalenza. Il paradosso? Potrebbe restare fino a scadenza, magari da seconda o terza scelta, in una rosa dove però lo spazio – anche psicologico – rischia di mancare.
La Juve lavora al ritorno di Kolo Muani
Se una punta è in uscita, un’altra potrebbe tornare a vestire il bianconero. Il nome forte sul taccuino di Comolli è quello di Randal Kolo Muani, attualmente al PSG ma con le valigie idealmente già pronte. Il feeling tra il francese e la Juventus non si è mai davvero spento, e le condizioni sembrano esserci.
La trattativa ruota attorno a un prestito oneroso (si parla di 10 milioni per il primo anno) con riscatto obbligatorio o semi-obbligatorio – legato a obiettivi facilmente raggiungibili – fissato attorno ai 35 milioni. Il Paris Saint-Germain spinge per chiudere intorno ai 50, ma la Juve vorrebbe limare qualcosa. Kolo Muani, dal canto suo, sembra deciso: niente Turchia, niente Arabia, niente Premier.
Vuole tornare in Italia, e vuole farlo a Torino. A 27 anni, con un passato recente che lo ha visto protagonista in Bundesliga e Ligue 1, il suo innesto darebbe alla Juve quel mix di fisicità, tecnica e intelligenza che oggi manca disperatamente in zona gol.
Una suggestione? Forse. Ma se si chiudesse davvero, la domanda sorgerebbe spontanea: può coesistere con David e (forse) Vlahovic? O siamo davanti a un altro capitolo di una rivoluzione ancora tutta da scrivere?