Una stanza silenziosa, l’albero acceso, e un allenatore che non fa giri di parole: Rino Gattuso guarda al 2026 con occhi lucidi e schietti, lascia sospesa una promessa — “Non rifaremo…” — e apre un dialogo sincero con chi ama il calcio.
È quasi Natale. Il tecnico si concede pochi minuti, ma dice molto. Sceglie il registro basso, quello che accompagna le giornate d’inverno e le idee chiare. Parla di lavoro, di gruppo, di segnali. “Ho visto atteggiamenti positivi”, confida. E lo dice senza retorica. Chi lo conosce sa che non lo fa per mestiere, lo fa per convinzione.
Ci arriveremo in un calcio che cambia ritmo e geografia. Il torneo si giocherà tra USA, Canada e Messico. Il format è allargato: 48 squadre, 104 partite, 12 gironi da 4 (fonte: FIFA Council, 14 marzo 2023, fifa.com). Un calendario più denso. Viaggi più lunghi. Rotazioni inevitabili. Gattuso annuisce: la preparazione non potrà essere quella di sempre.
In lui convivono il fuoco da ex campione del mondo 2006 e la freddezza dell’allenatore che misura i dettagli. Non elenca moduli. Non sciorina nomi. Sposta l’attenzione sulle basi: la disponibilità al sacrificio, la qualità del primo controllo, la gestione delle distanze tra reparti. È lì che individua il margine. “Ti fidi del compagno o non ci arrivi”, riassume, lasciando trapelare il suo lessico: intensità, metodo, responsabilità.
Alcuni passaggi dell’intervista restano riporti dei presenti. Lo segnaliamo per chiarezza: non esiste ad oggi un documento ufficiale con citazioni complete. C’è però una linea coerente con il suo percorso. L’ha mostrata a Milanello, a Napoli, all’estero. Gattuso storytelling non vende frasi fatte. Pretende allenamenti corti e forti. Chiede pressione sulla palla, tempi puliti, uscite codificate. Se deve proteggere il risultato, lo fa. Ma non rinuncia al carattere.
Nel 2026 conterà la tenuta mentale. Gli staff più pronti leggeranno i dati e li tradurranno in scelte semplici. Indicatori come PPDA, velocità di riconquista, carichi individuali. Gattuso li ascolta ma non si consegna ai numeri. Vuole che il dato confermi l’occhio, non il contrario. È il suo equilibrio: tecnologia al servizio del giudizio.
La notizia vera arriva solo a metà del discorso. “Non rifaremo…” Pausa. Uno sguardo rapido. Nel contesto, il senso è chiaro: non ripetere gli errori recenti. Niente partenze lente, niente gestione passiva dei finali, niente scuse logistiche. Un invito a spostare l’asticella. Non c’è boria, c’è promessa di standard.
Sul piano pratico, il tecnico spiega che serviranno liste elastiche, piani B e C, e una Nazionale pronta a cambiare pelle a partita in corso. Le micro-decisioni conteranno: quando alzare la pressione, quando congelare il ritmo, quando accettare il duello aperto. Esempi concreti? Gestione delle ammonizioni nel nuovo tabellone a 32, rotazioni pensate per fasce orarie e altitudine, rifiniture leggere tra voli intercontinentali. Dettagli che segnano la differenza in una Coppa del Mondo itinerante.
La chiosa è sobria. “Gli atteggiamenti positivi ci sono,” ripete. È un mattone, non uno slogan. Il resto verrà da ciò che non si vede: la cura del quotidiano, la qualità dei silenzi nello spogliatoio, la fame dei giovani accanto ai senatori. È qui che il 2026 inizia davvero: non in un tabellone, ma negli occhi di chi ci crede. E tu, davanti a quella frase incompiuta — “Non rifaremo…” — cosa ci leggi: una minaccia al passato o un invito a fare spazio al nuovo?
L'articolo esplora la trasformazione della Lazio sotto la guida di Maurizio Sarri, evidenziando come l'allenatore…
Nessuna fantasia, solo utilità. Il Milan sceglie Füllkrug per risolvere problemi concreti e dare equilibrio…
L'Inter perde l'attaccante Ange-Yoan Bonny per una distorsione al ginocchio, cambiando le dinamiche della prossima…
Il futuro del mercato calcistico italiano è in bilico, con la Lazio in attesa di…
Milano è in attesa di risposte sul possibile trasferimento dell'attaccante tedesco Niclas Füllkrug al Milan,…
L'articolo esplora il tentativo fallito di organizzare una partita di calcio della Serie A in…